Bach per oboe d’amore

05/09 - 21.05

L’oboe d’amore, con il suo timbro morbido e vellutato, ha ispirato alcune tra le pagine più liriche e raffinate di Johann Sebastian Bach. Tra queste spiccano due concerti oggi ricostruiti o adattati per restituire all’oboe d’amore un ruolo da protagonista.

Il primo che ascoltiamo è il Concerto in la maggiore per oboe d’amore, archi e basso continuo, una ricostruzione realizzata da Andreas Tarkmann, basata su materiali tratti dalla cantata «Non sa che sia dolore» BWV 209. Sebbene l’originale non ci sia pervenuto, questo arrangiamento restituisce con grande sensibilità l’eleganza melodica e la cantabilità tipiche dello stile bachiano, esaltando le qualità liriche dello strumento solista, qui suonato da Albrecht Mayer, impegnato anche a dirigere The English Concert

A seguire il Concerto in re maggiore per oboe d’amore BWV 1053R è invece una ricostruzione filologica di un concerto andato perduto, la cui musica è stata successivamente riutilizzata da Bach in due concerti per tastiera (BWV 1053) e in alcune cantate. La versione per oboe d’amore consente di apprezzare appieno la scrittura originale, pensata per uno strumento a fiato: le linee agili e virtuosistiche si fondono con un’espressione intensa e profondamente cantabile. A suonare l’oboe d’amore è qui Heinz Holliger, impegnato anche a dirigere la Camerata Bern.

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