10/10 - 20.30
Bernard Haitink dirige quattro pagine scritte da Johannes Brahms alla testa della Royal Concertgebouw Orchestra.
In apertura ascoltiamo la Sinfonia n. 1 in do minore op. 68, che il compositore tedesco finisce di comporre nel 1876 dopo una gestazione lunga e faticosa iniziata nel 1855. Oltre a scacciare il fantasma di Beethoven, Brahms doveva confrontarsi con le aspettative che la scena musicale dell’epoca nutriva nei suoi confronti. Già famoso dappertutto, ancora non si era cimentato – nonostante avesse superato i quarant’anni – nel genere strumentale più illustre: la sinfonia.
Nel 1880 Brahms scrisse l’Ouverture accademica op. 80 e l’Ouverture tragica op. 81. Nonostante la numerazione dei due lavori, la seconda fu eseguita in realtà per prima a Vienna con la direzione di Hans Richter il 20 dicembre 1880. L’Ouverture accademica ebbe la sua prima esecuzione quindici giorni dopo all’Università di Breslavia. Qui l’ 11 marzo 1879 il compositore era stato insignito della laurea honoris causa in filosofia. Seguendo una tradizione già attiva dai tempi di Haydn, Brahms preparò per la cerimonia, avvenuta il 4 gennaio 1881, un’Ouverture basata su un pot-pourri di canzoni studentesche.
In chiusura la Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73, scritta di getto nel 1877 a poco più di un anno dalla presentazione al pubblico della sua Sinfonia n. 1. Definita “l’ultima sinfonia di Schubert” per il suo carattere melodico e cantabile, è stata anche etichettata come una composizione mozartiana per il nitore dell’orchestrazione. Brahms la definì “una suite di valzer”, “una piccola sinfonia gaia e innocente”.