Claudio Abbado dirige Schubert

03/07 - 20.30

Dedichiamo la nostra prima serata a due pagine di Franz Schubert dirette da Claudio Abbado.

In apertura troviamo le musiche di scena per Rosamunde, principessa di Cipro, dramma di Helmina von Chézy. Della prima di Rosamunde al Theater an der Wien nel 1823 vi proponiamo una cronaca di Moritz von Schwind, amico del compositore: “L’altro ieri fu data a Vienna un’opera della funesta Helmina von Chézy, Rosamunde von Cypern, con musica di Schubert. (…) Schubert ha utilizzato l’Ouverture scritta per Alfonso und Estrella, perché la trova troppo sempliciotta per quell’opera e ne vuole fare una nuova. Con mia grandissima gioia essa fu bissata fra il plauso generale. (…) Dopo il primo atto veniva un pezzo che, considerando il luogo in cui era inserito, risultò troppo poco brillante e un po’ troppo ripetitivo. Un balletto passò inosservato, e così pure il secondo e il terzo intermezzo. La gente è abituata ad applaudire subito dopo la fine dell’atto e non riesco a capire come ci si potesse aspettare che prestasse attenzione a cose così serie e lodevoli. Nell’ultimo atto venne un coro di pastori e di cacciatori, tanto bello e naturale che non ricordo di aver mai udito qualcosa di simile. Fu ripetuto fra gli applausi, e credo che darà la lezione che si merita al coro dell’Euryanthe di Weber. Furono applaudite anche un’aria, per quanto (…) cantata in modo grigio assai, e una breve scena bucolica”.
In questo caso Abbado è sul podio della Chamber Orchestra of Europe. Le voci sono dell’Ernst-Senff Chor e del mezzosoprano Anne Sofie von Otter.

A seguire la Sinfonia n. 9 in do maggiore D. 944 «La grande» nell’esecuzione dell’Orchestra Mozart. A ritrovare l’ultimo lavoro sinfonico portato a termine da Schubert tra il 1825 e il 1828 fu Robert Schumann nel 1839. La prima esecuzione avvenne a Lipsia nello stesso anno sotto la direzione di Mendelssohn. Così ne parla Schumann in una celebre recensione: “Oltre a una magistrale tecnica della composizione musicale, qui c’è la vita in tutte le sue fibre, il colorito fino alla sfumatura più fine, v’è significato dappertutto, v’è la più acuta espressione del particolare e soprattutto infine v’è diffuso il romanticismo che già conosciamo in altre opere di Franz Schubert”.
La partitura si articola in quattro tempi: Andante, allegro ma non troppo – Andante con moto – Scherzo, allegro vivace – Finale, allegro vivace.

 

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