22/06 - 14.31
Il pianista cileno Claudio Arrau, venuto a mancare nel 1991 all’età di ottantotto anni, esegue due Sonate di Ludwig van Beethoven. Si tratta di registrazioni dal vivo effettuate a The Ambassador Auditorium di Pasadena nel 1977 e nel 1981.
La prima che ascoltiamo è la Sonata n. 30 in mi bemolle maggiore op. 109. È la prime delle ultime tre Sonate scritte dal genio di Bonn. Le tre composizioni nascono da un unico impulso creativo, come un unico grande progetto articolato in tre momenti organicamente complementari fra loro; d’altronde, era appunto questa l’idea concepita dall’autore, quando ne proponeva all’editore Schlesinger la pubblicazione in un’unica uscita. Abbiamo qui l’estremo ripensamento del genere della sonata, che vede il principio dialettico del bitematismo ridimensionarsi a favore di una indagine più profonda, tutta svolta in una dimensione “verticale”, espressa dalle forme monotematiche della variazione e della fuga.
Con la Sonata n. 13 in mi bemolle maggiore op. 27 n. 1 «quasi una fantasia» risaliamo al momento in cui si evidenza nella scrittura beethoveniana una profonda crisi nella concezione della forma sonata, intendendo ‘crisi’ non nel senso di decadenza, ma di ripensamento, rielaborazione. Da questo momento ogni nuova Sonata cercherà di ridefinire, riplasmare questa forma.
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