26/10 - 14.22
Nel primo pomeriggio ascoltiamo due balletti di Igor Stravinskij – Pétrouchka e La sagra della primavera – diretti da Ernest Ansermet. Esegue l’Orchestra della Suisse Romande in una registrazione del 1957.
Pétrouchka, scene burlesche in quattro quadri è il secondo tassello di un trittico ispirato alla tradizione russa – commissionato da Diaghilev per i Balletti Russi – aperto da L’uccello di fuoco e completato da La sagra della primavera. Riguardo alla genesi di questa pagina, Stravinskij ricorda che nel 1910, durante la stesura de La sagra della primavera, compose un pezzo per pianoforte e orchestra in cui lo strumento solista evocava “un burattino scatenato che, con le sue diaboliche cascate di arpeggi, esaspera la pazienza dell’orchestra, la quale a sua volta gli replica con minacciose fanfare. Ne segue una terribile zuffa che, giunta al suo parossismo, si conclude con l’accasciarsi doloroso e lamentevole del povero burattino”. Così il pensiero del compositore corse a Pétrouchka, il burattino malinconico e attaccabrighe del teatro popolare russo. Fu Djagilev a suggerire a Stravinskij di sviluppare il brano per un nuovo balletto.
Composta tra il 1911 e il 1913, La sagra della primavera, oggi la partitura più nota del compositore russo, scandalizzò il pubblico del Théâtre des Champs Élisées il 29 maggio 1913 in una serata rimasta memorabile. Il balletto, oggi considerato uno dei capolavori della musica del Novecento, è diviso in due parti. La prima, intitolata L’adorazione della Terra, si articola in sei quadri: Introduzione – Gli auguri primaverili, danze delle adolescenti – Gioco del rapimento – Danze primaverili – Gioco delle tribù rivali, corteo del saggio, il saggio – Danza della terra. La seconda parte, intitolata Il sacrificio, si articola specularmente in altri sei quadri: Introduzione – Cerchi misteriosi delle adolescenti – Glorificazione dell’Eletta – Evocazione degli antenati – Azione rituale degli antenati – Danza sacrificale (l’Eletta).