15/06 - 19.02
Scritti nel 1949, i Cinq Rechants, scritti per un ensemble di dodici voci miste, rappresentano una sintesi della poetica di Olivier Messiaen. Come lui stesso ha dichiarato, “il titolo è un omaggio a Printemps di Claude Le Jeune (…). Dal punto di vista melodico, l’opera è riconducibile a due fonti: l’Harawi o Yarai, un canto d’amore della tradizione folkloristica del Perù e dell’Equador, e l’Alba, un canto medievale per lo spuntare del giorno dove una voce dall’alto avverte gli amanti che la loro notte d’amore sta per finire (…). Da una parte, l’opera si rifà ai Deçi-Tâlas, ritmi delle province indiane (…); dall’altra utilizza altri ritmi cari al compositore (…), che è anche autore del testo poetico. La lingua usata è per metà un francese surrealista, per metà una lingua inventata che poco deve alla sonorità del Sanscrito e quasi nulla al “Lettrismo”. Le sillabe sono scelte in base alla loro dolcezza o alla loro violenza d’attacco e per la capacità di dare risalto ai ritmi musicali. Queste facilitano l’alleanza dei quattro ordini: fonetico (timbri), dinamico (intensità), cinematico (accenti), quantitativo (durate)”.
L’esecuzione che abbiamo scelto oggi per voi è quella dell’ensemble The Sixteen diretto da Harry Christophers.