I sestetti di Dvořák e di Čajkovskij

07/12 - 22.15

In seconda serata vi proponiamo due sestetti composti da Antonín Dvořák nel 1878 e da Piotr Ilijč Čajkovskij tra il 1887 e il 1890.

In apertura ascoltiamo il Sestetto per archi in la maggiore op. 48 del compositore ceco nell’esecuzione del Quartetto Smetana con Josef Suk alla seconda viola e Josef Chuchro al secondo violoncello. Ricca di reminiscenze di musica boema, la partitura fu scritta in soli quattordici giorni. Agli stilemi linguistici provenienti dal folclore slavo si accompagna il recupero della tradizione classica e delle sue forme. Evidente a questo proposito l’influenza di Brahms, di cui si avverte l’eco delle Danze ungheresi.

A seguire il Sestetto per archi in re minore op. 70 “Souvenir de Florence” che il più occidentale dei musicisti russi dedicò a Firenze, dove soggiornò più volte. Nonostante echi del lirismo delle opere italiane, la musica del sestetto è inequivocabilmente russa: nel tema iniziale ci sono evidenti radici folcloriche. Ascoltiamo questa pagina nell’esecuzione del Sestetto d’archi dell’Orchestra della Toscana con Andrea Tacchi e Susanna Pasquariello ai violini, Stefano Zanobini e Riccardo Masi alle viole, Luca Provenzani e Giovanni Simeone ai violoncelli.

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