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Scritti tra il 1913 e il 1915, i Tre pezzi per orchestra op. 6 segnano il primo incontro di Berg con la grande orchestra. Secondo Sergio Sablich costituiscono “anche il passo decisivo verso l’indipendenza, se non psicologica, almeno artistica dal suo maestro Arnold Schönberg. (…) Nelle prospettive apocalittiche dei Tre pezzi op. 6 l’abisso si spalanca a inghiottire il mondo con furore espressionistico, ma si arresta sul ciglio del baratro a contemplare le macerie, per scoprire che in esse resistono valori costruttivi riconquistati dalla lucidità e dalla sofferenza. Schönberg aveva già superato questa fase, ed era logico che intravedesse implicitamente nella ostinata determinazione retrospettiva di Berg una risposta critica alla sua utopia di una rifondazione radicale del linguaggio. Forse, da questo punto di vista, i Tre pezzi erano proprio l’opera che Schönberg non avrebbe voluto che Berg scrivesse”.
Li ascoltiamo nell’esecuzione dei Wiener Philharmoniker diretti da Claudio Abbado.