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Il Quartetto Juilliard suona Verdi e Sibelius. La celebre formazione cameristica fondata nel 1946 a New York comprende oggi Joseph Lin e Ronald Copes al violino, Roger Tapping alla viola e Joel Krosnick al violoncello.
Di Giuseppe Verdi ascoltiamo il Quartetto per archi in mi minore nei tempi Allegro – Andantino – Prestissimo – Scherzo fuga. Il compositore lo scrisse nel 1873, mentre si polemizzava sulla superiorità della musica da camera rispetto all’opera. Verdi reputava insensato privilegiare un genere pressoché privo di tradizione in Italia. La composizione del Quartetto per archi in mi minore ha dunque l’aria di un gesto dimostrativo. La fuga che lo conclude sembra quasi anticipare quella che, qualche anno dopo, avrebbe concluso Falstaff.
Di Jean Sibelius ascoltiamo il Quartetto per archi in re minore op. 56 “Voces intimae”. Fin dalle prime battute questo quartetto trasporta l’ascoltatore in una suggestiva atmosfera nordica, segnando la fine di una lunga crisi creativa che scandisce il passaggio dallo stile tardo romantico a un linguaggio fortemente personale. Scritto nel 1909 in cinque movimenti, Voces intimae si lascia definitivamente alle spalle le forme classiche tradizionali.