25/10 - 22.55
In tarda serata ascoltiamo il Quartetto per archi in mi bemolle maggiore op. 74 “Le arpe” nell’esecuzione del Quartetto Elias.
Composto nel 1809, in un periodo di forte instabilità politica e personale, il Quartetto op. 74 segna una fase di transizione nella produzione cameristica di Beethoven: ponte tra la tensione innovatrice dei quartetti “eroici” (op. 59 “Razumovsky”) e la rarefatta introspezione dei lavori tardi. Il soprannome “Le arpe” deriva dagli arpeggi pizzicati che aprono il primo movimento, un gesto sonoro di sorprendente originalità, dove la scrittura degli archi diventa insieme orchestrale e intima.
Beethoven, ormai sordo quasi del tutto e isolato nel contesto viennese occupato dalle truppe napoleoniche, adotta qui un linguaggio di equilibrio apparente: la forma resta saldamente classica, ma i contrasti dinamici e i tagli improvvisi del discorso anticipano la libertà formale dei quartetti successivi. Il largo assai centrale si distingue per una liricità sospesa, di tono quasi corale, che contrasta con lo scherzo dal ritmo implacabile e ossessivo. Il finale in forma di variazioni rivela infine una leggerezza solo apparente, dietro la quale si cela un raffinato gioco di simmetrie e deformazioni tematiche.