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Tra i più visionari violinisti-compositori del Seicento, Heinrich Ignaz Franz Biber portò l’arte strumentale barocca a livelli di sperimentazione sonora che ancora oggi sorprendono per audacia e modernità. Attivo a Salisburgo, Biber fu maestro nel piegare le forme e i linguaggi della musica strumentale alla rappresentazione extra-musicale, anticipando la cosiddetta “musica a programma”.
La Battalia a 10 in re maggiore (1673) – che ascoltiamo nell’esecuzione de Il Giardino Armonico diretto da Giovanni Antonini – è un esempio straordinario di questo approccio: un divertimento cameristico che si trasforma in una vera e propria scena sonora di battaglia. Con una scrittura polifonica volutamente dissonante, Biber mette in gioco un realismo ironico e parodistico: i soldati ubriachi sono resi con la sovrapposizione caotica di melodie popolari in diverse tonalità, mentre l’“aria di lamento” centrale raggiunge una profondità lirica che contrasta con la vivacità militare. L’opera riflette, con spirito barocco, la duplice dimensione del conflitto: spettacolo e tragedia.
La Sonata rappresentativa in la maggiore “Representatio Avium” – che ascoltiamo nell’esecuzione di Enrico Onofri al violino, Vittorio Ghielmi alla viola da gamba, Luca Pianca all’arciliuto, Michele Barchi al clavicembalo e Riccardo Doni all’organo – appartiene invece al versante più descrittivo della produzione di Biber. In questa pagina per violino solo e basso continuo, probabilmente composta negli anni ’60, il virtuosismo si fonde con l’imitazione naturalistica: cuculo, usignolo, rana e altri animali prendono vita attraverso figurazioni violinistiche che ne traducono i richiami. Non si tratta di un mero gioco imitativo: Biber piega il linguaggio strumentale a un’indagine sulle potenzialità espressive del violino, oscillando tra ironia e meraviglia, e collocandosi in una linea che anticipa tanto la pittura sonora vivaldiana quanto i toni caricaturali di certo classicismo.