08/06 - 12.00
Scopriamo insieme la musica da camera di Giovanni Salviucci, promessa della scena musicale di primo Novecento, nato a Roma nel 1907 e morto nel 1937 di meningite. Allievo di Ernesto Boezi e poi di Ottorino Respighi e Alfredo Casella, Salviucci si ispira soprattutto alla tradizione polifonica studiata con Boezi.
In apertura ascoltiamo i Sei pezzi per violino e pianoforte composti nel 1930. Si tratta di brevi pagine liturgiche in cui il contrappunto trova espressione in una scrittura naturalmente misurata. I sei pezzi portano questi titoli: Alle Nozze (Zur Trauung): Andante Maestoso – Elegia (Trauer und Trost): Adagio – Preghiera (Gebet): Adagietto – Alla Festa (Feierlicher Einzug): Allegro – Meditatione: Adagio – Arioso: Largo. Li eseguono Ivan Rabaglia al violino e Pierpaolo Maurizzi al pianoforte.
Lo stesso clima espressivo domina il breve Pensiero nostalgico – Adagio per violoncello e pianoforte del 1931. Qui la vena melodica sembra volgersi a suggestioni tardo ottocentesche. Lo ascoltiamo nell’esecuzione di Enrico Bronzi al violoncello e Pierpaolo Maurizzi al pianoforte.