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Dimitri Šostakovič scrisse la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 nel 1837 per il ventesimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre. Si tratta di un atto d’ammenda, come rivela il sottotitolo Risposta pratica di un compositore a una giusta critica. Acclamata dalla critica sovietica come “la sinfonia del socialismo”, la Quinta ostenta, come ricordava Šostakovič, un “giubilo forzato, frutto di costrizione, esattamente come nel Boris Godunov. È come se qualcuno ti picchiasse con un bastone e intanto ti ripetesse: “Il tuo dovere è di giubilare, il tuo dovere è di giubilare”, e tu ti rialzi con le ossa rotte, tremante, e riprendi a marciare bofonchiando: “Il nostro dovere è di giubilare, il nostro dovere è di giubilare”. Si può dunque definirla un’apoteosi, quella della Quinta? Bisogna essere completamente sordi per crederlo”. La ascoltiamo nell’esecuzione dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo diretta da Yuri Temirkanov in una registrazione effettuata a Birmingham il 25 novembre 2005.