Trii con pianoforte di Mendelssohn e Beethoven

15/07 - 16.49

Due trii con pianoforte di Mendelssohn e Beethoven: è questa la proposta di musica cameristica che vi facciamo per il pomeriggio.

 

Il primo ascolto è dedicato al Trio per violino, violoncello e pianoforte in mi bemolle maggiore op. 70 n. 2 di Ludwig van Beethoven. I tempi sono: Poco sostenuto, allegro ma non troppo – Allegretto – Allegretto ma non troppo –  Finale, allegro. L’esecuzione è del violinista Henryk Szeryng, del violoncellista Pierre Fournier e del pianista Wilhelm Kempff.

Beethoven scrisse dodici Trii per pianoforte, violino e violoncello. Tra i più noti troviamo i due Trii dell’op. 70, di cui il primo in re maggiore prende il titolo di Trio degli spettri. Scritti nel 1808, sono dedicati alla contessa Anna Maria Erdödy. Beethoven al pianoforte, Schuppanzigh al violino e Linke al violoncello li eseguirono con successo nel salotto del contessa, ritrovo dell’aristocrazia e degli intellettuali viennesi.

Nel 1813 Ernst Teodor Amadeus Hoffmann li recensì così sulla Leipziger Allgemeine Musikalische Zeitung: “Questi due magnifici Trii dimostrano quanto sia profondo in Beethoven lo spirito del Romanticismo e con quanta genialità egli si muova nella musica. Il primo Trio svolge un discorso continuo e compatto; il secondo movimento, un largo molto espressivo, ha un carattere dolcemente malinconico che fa bene all’animo. Il secondo Trio, invece, si richiama spesso alla maniera musicale di Haydn… il paesaggio che evoca è chiaro e sereno”.

 

A seguire il Trio per pianoforte, violino e violoncello in re minore op. 49 di Felix Mendelssohn Bartholdy. I tempi sono: Molto allegro agitato – Andante con moto tranquillo – Scherzo, leggiero e vivace – Finale: Allegro assai appassionato. L’esecuzione è di Leonidas Kavakos al violino, Patrick Demenga al violoncello ed Enrico Pace al pianoforte.

Il Trio in re minore per pianoforte, violino e violoncello in re minore op. 49 viene eseguito per la prima volta a Lipsia nel 1839 con Mendelssohn al pianoforte. Schumann ne scrisse così sulla sua rivista: “Questo è il lavoro di un maestro, come lo furono a loro tempo quelli di Beethoven in si bemolle e in re, come lo era quello di Schubert in mi bemolle… Questo Trio è una eccellente composizione che tra qualche anno delizierà i nostri nipoti e pronipoti. Mendeissohn è il Mozart del nostro momento storico, il più brillante dei musicisti, quello che ha individuato più chiaramente le contraddizioni dell’epoca e il primo che le ha riconciliate tra di loro”.

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