Aida: amore e guerra secondo Michieletto

Data: 19/06/2025

Città: Firenze

Luogo: Teatro del maggio

Fino a 01/07/2025

Direttore: Zubin Mehta

Orchestra: Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Musica: Giuseppe Verdi

Regia: Damiano Michieletto

Si chiude con Aida, una delle opere più note di Giuseppe Verdi, la programmazione lirica dell’87ºFestival del Maggio Musicale Fiorentino. Zubin Mehta sul podio per uno spettacolo che fa piazza pulita dell’orientalismo posticcio e riporta l’attenzione sui due elementi cardine della vicenda: l’amore e la guerra. Realizzata da Damiano Michieletto per la Bayerische Staatsoper di Monaco, la messa in scena si annuncia scarna, dominata dalla cenere della distruzione e dalla psicologia dei personaggi. Di questi Michieletto cerca di ricostruire attraverso flashback le memorie del passato, sempre in bilico tra privato e politico.
A interpretare i tre protagonisti del triangolo amoroso sono Olga Maslova ne panni di Aida, SeokJong Baek in quelli di Radamès e Daniela Barcellona in quelli di Amneris,

La prima è giovedì 19 giugno alle ore 20 nella Sala Grande del Maggio. Si replica domenica 22 giugno alle ore 15.30, mercoledì 25 giugno alle 20, sabato 28 giugno alle ore 17 e martedì 1 luglio alle ore 20.

“Ritengo che Aida rappresenti un ponte fra la musica di Verdi e quella di Richard Wagner. Innanzitutto vi sono temi ricorrenti, come quello che risuona in orchestra, fin dal Preludio, quando appare Aida, che richiamano i Leitmotive wagneriani” ha sottolineato Zubin Mehta ribadendo il suo pensiero già espresso in precedenza in molte occasioni parlando di quest’opera. “Siamo di fronte a un’opera in cui Verdi ha ormai abbandonato quasi del tutto i numeri chiusi, a favore di scene sempre più ampie e complesse. Il terzo atto, per esempio, con il suo continuo fluire musicale è molto vicino al concetto wagneriano di melodia infinita: qui si concentrano infatti senza soluzione di continuità alcune delle tematiche di fondo dell’opera in una continua tensione drammatica e musicale. Senza un attimo di respiro assistiamo al concitato colloquio fra Aida e il padre Amonasro, con la giovane schiava lacerata dalla scelta fra l’amor di Patria e l’amore per il vincitore dei suoi compatrioti e il Re etiope divorato dall’ansia di vendetta; quindi il duetto Aida-Radames, con quest’ultimo a sua volta costretto a scegliere fra l’amore per Aida e l’abbandono della Patria; infine l’involontario tradimento del giovane guerriero, la gioia feroce di Amonasro e il consegnarsi di Radamès al Gran sacerdote Ramfis. E Verdi risolve questa materia drammaturgica e musicale con soluzioni veramente geniali, con una tensione assolutamente incandescente. Di fronte a sentimenti tanto contrastanti e a personaggi così profondamente scolpiti a livello psicologico, vien da sorridere a pensare che si è parlato così a lungo di Aida come di un’opera scritta per un’occasione celebrativa”.

Alla fine, ricorda Michieletto, “rimane Amneris che invoca: “pace, pace, pace!”, le ultime parole che rimangono di quest’opera e forse il messaggio che questa storia, dopo tutta la violenza e la guerra, vuol trasmettere: un messaggio di speranza”. Un grido, purtroppo, di grande attualità.

Foto di Stefano Guindani

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