In musica tra fiabe ed esili

Data: 17/07/2024

Città: Siena

In musica tra fiabe ed esili: questi i mondi che esplora mercoledì 17 luglio il Chigiana International Festival & Summer Academy Tracce.

Tracce di fiabe

Le tracce da seguire nel mondo delle fiabe sono tante. Mercoledì 17 alle 17, nel Salone dei Concerti di Palazzo Chigi Saracini, Claudia Massari, attrice e regista della Compagnia Corps Rompu, assieme all’attrice Marianne Lewandowski, Silvia Belfiore, al pianoforte, Antonio Caggiano, alle percussioni, con le scene di Marco Borgogni e le luci di Danilo Facco ci accompagna in Tracce di fiabe, un viaggio dentro le fiabe di Calvino e dei Fratelli Grimm, dove un mondo di storie – con popoli incantati, alberi e fiori magici, chiavi d’oro, anelli incantati  – si dischiudono, conducendo per mano il pubblico, dai giovanissimi agli adulti, attraverso un universo di segni e lettere disseminate da raccogliere in mezzo alla via. In questa foresta, dove Maria Claudia Massari ci conduce “come bambini”, la musica dello spettacolo – di Aldo Clementi, John Cage, Marcello Panni e Sylvano Bussotti – delinea una strada ed è anche la chiave: ci guida in mondi antichi, come un lumicino che splende nella notte. Lo spettacolo è realizzato in coproduzione con la Compagnia Corps Rompu e in collaborazione con il Comune di Sinalunga.

Tracce di esili

Il tema dell’esilio diventa il filo conduttore nel concerto Exiles, in programma sempre mercoledì 17 alle 21.15 al Teatro dei Rozzi. «Non c’è dolore più grande della perdita della terra natia», affermava il drammaturgo greco Euripide già nel V secolo a.C.. Clive Greesmith, violoncello solista, leggenda dell’Accademia Chigiana, dov’è titolare della cattedra di Quartetto d’archi e musica da camera, con il Quartet Integra, proveniente dal giappone (Kyoka Misawa e Rintaro Kikuno violini, Itsuki Yamamoto viola, Ye Un Park violoncello) – che frequenta l’Accademia Chigiana dal 2020 e ha tra l’altro conseguito il Premio Banca Mps – e il soprano Valentina Piovano, attraversa le opere di Ligeti, Kodály e Tavener, esplorando con loro il sentimento della perdita, la complessità della dimensione della memoria, un percorso di ricerca di un senso di identità e appartenenza. Un concerto che invita a riflettere sulla natura e le ragioni delle connessioni più profonde tra le proprie radici culturali, nella terra natia e quelle dell’animo umano, mostrando come l’arte possa trasformare la sofferenza dell’esilio in un’espressione di bellezza e resilienza. Ligeti e Kodály, condividendo l’origine ungherese, sperimentarono però due tipi di esilio differenti: quello forzato di Ligeti, causato delle sue origini ebraiche e quello esplorativo di Kodály all’interno della sua stessa terra. Il britannico Tavener, invece, sperimenta una forma di esilio spirituale, in seguito alla sua conversione alla religione ortodossa russa nel 1977.
Il concerto inizia con la Sonata per violoncello solo di Ligeti, composta tra il 1948 e il 1953. A seguire l’esilio spirituale di John Tavener con le Achmatova Songs per soprano e violoncello su poesie della poetessa russa Anna Achmatova. Sarà poi la volta del Duo per violino e violoncello op. 7 di Zoltán Kodály. In chiusura il Quartetto per archi n. 2 di Ligeti, composto nel 1968, uno dei principali capolavori del secondo Novecento.

Nella foto Claudia Massari, Antonio Caggiano e Silvia Belfiore.

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