Andrea Battistoni dirige l’Orchestra della Toscana

La stagione dal vivo di RTC

Data: 09/07 - 20.30

Andrea Battistoni dirige l’Orchestra della Toscana nel finale di stagione dedicato a Luciano Berio nel ventennale della scomparsa. Martedì 23 maggio 2023 al Teatro Verdi di Firenze l’Ort rendeva omaggio al suo padre fondatore con Rendering seguito dalla Sinfonia Grande di Schubert.

Il direttore artistico Daniele Spini ricorda che per Berio “far musica era solo una parte di una più generale dimensione di intellettuale. Tanto raffinato quanto pronto a impegnarsi di persona e a sporcarsi le mani. Tanto esigente sul piano artistico quanto disponibile all’incontro con tutti, come ben ricordano quanti collaborarono con lui. Tanto originale e forte nella sua identità stilistica quanto aperto a confrontarsi con l’opera di altri, spaziando da Monteverdi alle voci di un mercato di Londra. Una musica che sapeva anche farsi gesto, e da un gesto all’occorrenza scaturire”.

Il programma

E proprio a questo aspetto dell’arte di Luciano Berio ha guardato l’Orchestra della Toscana scegliendo quel Rendering che rese udibili i frammenti favolosi lasciati da Franz Schubert per una sinfonia rimasta incompiuta. Quelle pagine, Berio le ha assemblate e strumentate in una sorta di “restauro” senza stravolgere quanto di Schubert è rimasto. Quanto che vi mancava, l’ha aggiunto di sua mano: “Lavorando sugli schizzi di Schubert mi sono proposto di seguire, nello spirito, quei moderni criteri di restauro che si pongono il problema di riaccendere i vecchi colori senza però celare i danni del tempo e gli inevitabili vuoti creatisi nella composizione (com’è il caso di Giotto ad Assisi)”.

In chiusura Battistoni dirige la Sinfonia Grande che Franz Schubert compose tra 1825 e il 1826, tre anni prima della morte. Avrebbe dovuto essere eseguita in un concerto pubblico a Vienna ma l’orchestra si rifiutò di suonarla perché troppo complessa. Così la partitura dovette attendere più di un decennio per essere ascoltata. Robert Schumann ne recuperò il manoscritto tra le pile di carte lasciate in eredità da Schubert al fratello e l’affidò in prima esecuzione a Felix Mendelssohn.

Foto di Takafumi Ueno.

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