L’antologia verdiana che vi proponiamo oggi si apre con una sinfonia che – a detta dello stesso compositore – non esiste. Scritta in fretta e furia nel dicembre 1871, la Sinfonia in do maggiore avrebbe dovuto prendere il posto del Preludio di Aida ma Verdi, dopo averla ascoltata in un’esecuzione a porte chiuse, la seppellì nell’archivio di Sant’Agata, dove rimase per quasi settant’anni. L’ascoltiamo nell’edizione critica a cura di Dino Rizzo con l’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi” diretta da Riccardo Chailly.

A seguire l’Ave Maria cantata dal soprano Margaret Price con Geoffrey Parsons al pianoforte.

Ed entriamo a pieno titolo nel mondo dell’opera con la Sinfonia di Giovanna d’Arco eseguita dall’Orchestra Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Muti. È poi la volta di due arie tenorili – O figli… – Ah, la paterna mano da Macbeth e Oh! Fede negar potessi – Quando le sere al placido da Luisa Miller – interpretate da Roberto Alagna con Claudio Abbado alla guida dei Berliner Philharmoniker.

La voce di Maria Callas passa da Rigoletto – con Caro nome con l’Orchestra del Teatro alla Scala diretta da Tullio Serafin – a La traviata, con Sempre libera in coppia con Alfredo Kraus e con l’Addio del passato, accompagnata dall’Orchestra Sinfonica del Teatro Sao Carlos di Lisbona diretta da Franco Ghione.

Abbandoniamo le voci per ascoltare il preludio di Simon Boccanegra nella versione del 1857 con Claudio Abbado sul podio dell’Orchestra del Teatro alla Scala.

E ci aspetta ancora un preludio, quello de La forza del destino, nell’edizione di Pietro Spada eseguita dall’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi” diretta da Riccardo Chailly.

Ancora Chailly, ma stavolta con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, dirige la marcia trionfale e il balletto di Aida, a conclusione della nostra antologia.