Benedetti Michelangeli suona Chopin e Ravel

30/07 - 10.40

Arturo Benedetti Michelangeli suona Chopin e Ravel.

In apertura ascoltiamo il grande pianista eseguire la Sonata in si bemolle minore per pianoforte n. 2 op. 35 Funebre di Frédéric Chopin. Scritta a Nohant nel 1839, contiene nel terzo tempo la Marcia funebre, già composta nel 1837 e qui inserita come fulcro emotivo intorno al quale si articola tutta la sonata.

La libertà espressiva di Chopin sconcertò perfino Schumann, che scrisse: “Segue, ancora più cupa, una Marcia funebre, che ha persino qualcosa di repulsivo; al posto suo un Adagio in re bemolle, per esempio, avrebbe fatto un effetto incomparabilmente migliore. Quello che appare nell’ultimo tempo sotto il nome di Finale è simile a un’ironia piuttosto che a una musica qualsiasi. Eppure, bisogna confessarlo, anche in questo pezzo senza melodia e senza gioia soffia uno strano e orribile spirito che annienterebbe con un pesantissimo pugno qualunque cosa volesse ribellarsi a lui, cosicché ascoltiamo come affascinati e senza protestare sino alla fine, ma anche senza lodare: poiché questa non è musica. Così la Sonata finisce come ha cominciato, enigmaticamente, simile a una sfinge dall’ironico sorriso”.

Dopo Chopin, Benedetti Michelangeli suona due brani di Maurice Ravel. Il primo è la suite in otto episodi Valses nobles et sentimentales. “Il titolo indica a sufficienza la mia intenzione di comporre una serie di walzer sul modello di Schubert” – scrive Ravel nella sua autobiografia. “Al virtuosismo che faceva da sfondo a Gaspard de la nuit, fa seguito una scrittura nettamente più chiara, che indurisce le armonie e sottolinea i rilievi della musica”.

Naturale dunque, dopo questa malinconica autopsia di un genere tanto ricco di fascino quanto ormai confinato nel passato, ascoltare Gaspard de la nuit. Questo trittico di “Fantaisies a la manière de Rembrandt e Callot” evoca figure spettrali, legate a un immaginario notturno. Attraverso una scrittura di vertiginoso virtuosismo, Ravel traduce in musica le Histoires vermoulues et poudreuses du Moyen Age pubblicate nel 1842 con la firma di Aloysius Bertrand.

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