Grandi interpreti: Georg Solti

03/12 - 13.16

Bacchetta tra le massime del Novecento, Georg Solti è stato interprete estroverso e coinvolgente, attento al dettaglio sonoro come pochi. Nato a Budapest nel 1912 è mancato improvvisamente ad Antibes nel 1997. Tra le sue caratteristiche direttoriali spiccano la tensione narrativa e una rara sapienza teatrale. La sua discografia è sterminata.
Allievo di Dohnányi, Bartók e Kodaly, Solti studiò pianoforte e direzione d’orchestra all’Accademia Franz Liszt di Budapest, dove debuttò nel 1938 con Le nozze di Figaro di Mozart. Fu assistente di Toscanini al Festival di Salisburgo. Nel 1939, a causa dell’imminente invasione nazista, fuggì in Svizzera, dove si affermò come pianista, vincendo nel 1942 il primo premio al prestigioso Concorso internazionale di Ginevra.

Nel dopoguerra fu direttore musicale della Bayerische Staatsoper di Monaco (1946-1952) e della Frankfurt Oper. Nel 1951 debuttò come direttore al Festival di Salisburgo. Nel 1961 diresse al Covent Garden di Londra, del quale fu direttore musicale fino al 1971. Fu direttore della Dallas Symphony Orchestra dal 1961 al 1962.
Fu insignito dell’Ordine dell’Impero Britannico nel 1968 e nel 1972 fu naturalizzato cittadino del Regno Unito.

Lo ascoltiamo alla guida della Chicago Symphony Orchestra nella Sinfonia n. 6 in fa maggiore op. 68 “Pastorale” di Beethoven. A seguire lo troviamo sul podio della London Philharmonic Orchestra per due pagine di Elgar: il Concerto per violino e orchestra in si minore op. 61, solista Kyung-Wha Chung, e In the South, Ouverture op. 50 (Alassio).

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