I maestri italiani del Novecento e il Barocco

21/09 - 14.44

Due maestri italiani del Novecento si misurano con il Barocco. Si tratta di Ottorino Respighi e di Alfredo Casella.

Respighi scrive nel 1928 la suite per orchestra Gli uccelli, composta da: Preludio – La colomba – La gallina – L’usignolo – Il cucù. Ogni pezzo si ispira a musiche del Sei-Settecento per cembalo o liuto. Il Preludio nasce da un Allegro di Bernardo Pasquini mentre La colomba traduce un brano del liutista francese Jacques de Gallot. La gallina si rifà, invece, a una tra le pagine più celebri dei Pièces de Clavecin di Rameau. Un’esile trama d’anonimo inglese del Seicento è il punto di partenza per L’usignolo, mentre la Toccata sul verso del cucco di Pasquini è all’origine de Il cucù. L’esecuzione è quella della BBC Philharmonic Orchestra diretta da Patrick Thomas.

Scarlattiana, divertimento su musiche di Domenico Scarlatti per pianoforte e piccola orchestra, Casella la scrive nel 1926 seguendo l’onda di un neoclassicismo diffuso in tutta Europa. L’omaggio alla scrittura di Scarlatti, che Casella sente ricca di “attualità”, come scrive nella sua autobiografia, si articola, come Gli uccelli, in cinque pezzi: Sinfonia – Minuetto – Capriccio – Pastorale – Finale. L’esecuzione è quella della Kammerorchester Basel diretta da Christopher Hogwood con Anthony Spiri al pianoforte.

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