La musica strumentale di Leoš Janáček, con particolare attenzione alla dimensione cameristica, è il fulcro di questo ascolto scandito da quattro brani.

Il primo è Pohádka (fiaba), per violoncello e pianoforte nei tempi: Con moto, andante – Con moto, adagio – Allegro. Scritta nel 1910 e rivista nel 1923, questa fiaba più evocativa che narrativa è frutto delle ricerche etnomusicali del compositore ceco. Ricerche che segnano tutta la sua produzione. La eseguono Patrick Demenga al violoncello e Christopher Keller al pianoforte.

Proseguiamo con il Capriccio per pianoforte (mano sinistra) e strumenti a fiato nei tempi: Allegro, vivace, maestoso, presto – Adagio, vivo, tempo I – Allegretto – Andante, maestoso vivo, Allegro, grave. Scritto nel 1926 per il pianista Otakar Hollmann, rimasto ferito alla mano destra durante la prima guerra mondiale, il Capriccio viene eseguito per la prima volta da Hollmann nel 1928. Qui lo esegue Rudolf Firkusny con membri dell’Orchestra della Radio Bavarese diretti da Rafael Kubelik.

È poi la volta della Sonata per violino e pianoforte nei tempi: Con moto – Ballada – Allegretto – Adagio. Viktoria Mullova al violino e Piotr Anderszewski al pianoforte ne interpretano la seconda versione, ultimata nel 1921 ed eseguita per la prima volta a Brno nel 1922. La prima versione è del 1913-1914. In entrambi i casi la Sonata mantiene l’eco del profondo malessere legato allo scoppio della prima guerra mondiale.

Infine ritroviamo Rudolf Firkusny con membri dell’Orchestra della Radio Bavarese diretti da Rafael Kubelik alle prese con il Concertino per pianoforte e orchestra da camera. I tempi sono: Moderato – Più mosso – Con moto – Allegro, presto. Scritto nel 1925, il Concertino evoca ancora, pur nell’asciuttezza stilistica dell’ultimo periodo di Janáček, l’eco fiabesca dei canti popolari tanto amati.