L’arte di Vladimir Horowitz

13/07 - 12.40

Celebriamo l’arte di Vladimir Horowitz ascoltando due pagine per pianoforte solo di Franz Liszt e di Robert Schumann. In apertura troviamo la Sonata in si minore, unica composizione di Liszt che si riferisce a una forma classica, terminata il 2 febbraio 1853 e dedicata a Robert Schumann. Di quest’ultimo ascoltiamo invece il Concerto senza orchestra op. 14 scritto tra il 1835 e il 1836. In un articolo del 1837 Liszt lo definì “un lavoro ricco e potente”. E non è certo un caso che nella sua Sonata in si minore si celebri il pianoforte orchestrale. Proprio nel 1853 Schumann integrò e modificò il suo Concerto senza orchestra prima di scivolare per sempre nella follia.

Nato a Kiev nel 1903 e diventato cittadino statunitense nel 1945, Vladimir Horowitz è stato un “artista totale”. Così lo definì Gianandrea Gavazzeni: “Fu questo che mi colpì, quando lo sentii per la prima volta nel 1932 alla Società del Quartetto di Milano. Totale. Grande poesia e, quando lo spartito lo richiedeva, immensa potenza che trasformava il pianoforte in un’ intera orchestra”.

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