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Maurizio Pollini esegue i Dodici studi di Claude Debussy. I pezzi sono raccolti in due libri. Nel primo troviamo: Per le cinque dita, da monsieur Czerny, Per le terze, Per le quarte, Per le seste, Per le ottave e Per le otto dita. Nel secondo libro: Per i gradi cromatici, Per gli abbellimenti, Per le note ribattute, Per le sonorità opposte, Per gli arpeggi composti, Per gli accordi. Debussy compone il suo ultimo suo lavoro pianistico nell’estate del 1915. L’editore Durand li pubblica nel 1916 e il giovane Walter Rummel li esegue per la prima volta il 14 dicembre dello stesso anno a Parigi. Scritti mentre Debussy preparava una revisione delle opere di Chopin, alla cui memoria sono dedicati, i Dodici studi scompaiono dai repertori concertistici fino ai primi anni ’50 del secolo scorso, quando vengono riscoperti dalle avanguardie dell’epoca. Passeranno ancora circa vent’anni prima che la critica li rivaluti.