07/05 - 12.20
Il pianista Murray Perahia suona la Rapsodia ungherese n. 12 in do diesis minore S. 244 di Franz Liszt in una registrazione dal vivo effettuata ad Aldeburgh il 1 giugno 1989.
Nel saggio Des Bohémiens et de leur musique en Hongrie Liszt rivela che, con le sue Rapsodie ungheresi, ha “voluto fare una specie di epopea nazionale della musica tzigana. Con la parola ‘rapsodia’ ho inteso alludere all’elemento fantasticamente epico che ho creduto di riconoscere in questa musica. Ognuno di questi frammenti non narra alcun fatto, è vero, ma chi sa intenderlo vi coglie l’espressione di alcuni degli stati d’animo nei quali si compendia l’ideale d’una lezione. I Magiari hanno adottato gli tzigani come loro musicisti nazionali. L’Ungheria può dunque a buon diritto avocare a sé quest’arte, nutrita del suo pane e del suo vino, maturata al suo sole e alla sua ombra, e tanto strettamente penetrata nelle sue abitudini da legarsi alle più gloriose memorie della patria”.
Dedicata al celebre violinista Joachim, la Rapsodia ungherese n. 12 fu pubblicata a Berlino nel 1853.