23/01 - 21.48
In seconda serata incontriamo due autori italiani del nostro tempo: Luigi Nono, nato nel 1924 e morto nel 1990, e Carlo Boccadoro, classe 1963.
Di Nono ascoltiamo in apertura una pagina per coro misto e strumenti, il Liebeslied scritto nel 1954. Composto “per coro accompagnato da arpa a percussione in cui predominanano i metallofoni, Liebeslied è – come notava Domenico Guàccero – di stile lineare e semplicissimo, senza che le voci adottino fratturazioni delle parole o ardue difficoltà intervallari, gli interventi della percussione e dell’arpa si limitano a sottolineare fruscianti, che s’inquadrano nell’atmosfera intima e delicata delle voci. La tecnica compositiva, su base seriale, riserva l’ultimo suono della serie all’ultimo suono del pezzo: conclusione tecnica ed espressiva”. Lo eseguono il Wiener Jeunesse Chor e i Wiener Philharmoniker diretti da Claudio Abbado.
Ancora Abbado, stavolta sul podio dell’Ensemble Anton Webern, dirige No hay caminos, hay que caminar… Andrej Tarkovskij del 1987. L’ultima pagina sinfonica di Nono si riferisce, nel titolo, a una frase che può fungere da motto per la sua ricerca. Il compositore racconta di aver letto sul muro di un chiostro a Toledo questa iscrizione: «Caminantes, no hay caminos, hay que caminar». Un invito a rifiutare i dogmi e le vie predeterminate per aprirsi all’utopia, alla ricerca incessante, quella del Wanderer o di Prometeo.
In chiusura troviamo di Carlo Boccadoro Lunario, piccola canzone per sei strumenti scritta nel 1998. La ascoltiamo nell’esecuzione dell’Ensemble Novecento e oltre diretto da Antonio Ballista. Quella del lunario è un’idea che accompagna anche il Boccadoro saggista, autore nel 2007 di un Lunario della musica. Un disco per ogni giorno dell’anno pubblicato da Einaudi.