08/06 - 10.40
Rendiamo omaggio Pierre Fournier, aristocratico del violoncello morto a Ginevra nel 1986. Ve ne proponiamo quattro incisioni dedicate a composizioni di Camille Saint-Saëns, Piotr Ilijc Ciajkovskij, Franz Joseph Haydn e Gabriel Fauré.
Di Saint-Saëns ascoltiamo il Concerto n. 1 in la minore per violoncello e orchestra, op. 33 con la Philharmonia Orchestra diretta da Walter Süsskind. Scritto tra il 1872 e il 1873, il Concerto sembra svilupparsi in un unico movimento sinfonico ma è diviso in tre movimenti da eseguire senza pause. Si tratta di un omaggio alla forma ciclica sperimentata da Franz Liszt, con uno stesso materiale tematico che torna in tutti e tre i movimenti in continue mutazioni. Questa struttura rispetta la classica ‘forma sonata’ ma vi inserisce innovazioni timbriche e melodiche .
Di Piotr Ilijc Ciajkovskij ascoltiamo le Variazioni su un tema rococò, per violoncello e orchestra, op. 33 con l’Orchestra dei Concerti Lamoureux diretta da Eugène Bigot. Scritte nel 1876 per il violoncellista il Fitzenhagen, “Konzertmeister” della Società musicale imperiale russa e insegnante nel Conservatorio di Mosca, le Variazioni richiedono un notevole impegno virtuosistico. Si tratta di un omaggio alla poetica del Settecento, in particolare dell’esempio mozartiano, che Ciajkovskij ammirò appassionatamente.
Di Franz Joseph Haydn ascoltiamo il Concerto n. 2 in re maggiore per violoncello e orchestra, Hob. VIIb:2 con la Philharmonia Orchestra diretta da Rafael Kubelik. Scritto nel 1783, il Concerto è dedicato a Antonin Kraft, primo violoncello dell’orchestra del principe Esterhàzy. La partitura presenta la maturità di un compositore ormai cinquantenne, capace di un’elaborazione rigorosa ma non priva di slanci inventivi. È soprattutto la parte solistica a dar voce a una libertà creativa che si sviluppa virtuosisticamente soprattutto nel primo tempo e nel rondò finale.
Di Gabriel Fauré ascoltiamo il Quartetto per pianoforte e archi n. 2 in sol minore op. 45 con Marguerite Long al pianoforte, Jacques Thibaud al violino e Maurice Vieux alla viola. Questo secondo Quartetto rappresenta il risultato più compiuto dell’avvicinamento di Fauré alla forma ciclica, declinata secondo tecnica di trasformazione tematica molto sofisticata.