6 – 7.35
RAMEAU E L’OPÉRA-BALLET
DANZE DI MOZART
ALMANACCO
a cura di Claudio Martini
Il venticinque settembre del 1683 nasceva a Digione il compositore e teorico francese Jean-Philippe Rameau. Figlio d’arte – il padre era organista – decise di dedicarsi interamente alla musica soltanto nel 1701, a diciott’anni. Viaggiò allora in Italia, e soggiornò a Milano. La prima parte della sua carriera ebbe al centro dei suoi interessi la tastiera e i lavori di teoria musicale. Nel 1706 usciva la sua prima raccolta di pezzi per clavicembalo, e tre anni dopo veniva nominato organista della chiesa di Nôtre-Dame a Digione. Nel 1722 dette alle stampe il suo fondamentale «Trattato d’armonia ridotta ai suoi principi naturali», l’opera che si può dire abbia definitivamente concluso e ordinato la conquista del sistema tonale. Quattro anni dopo usciva il «Nuovo Sistema di musica teorica». Considerato a lungo soltanto un teorico di prima grandezza, Rameau riuscì ad ottenere la direzione di un’orchestra nel 1731, e due anni dopo, grazie anche all’incontro fondamentale con Voltaire, fece il suo debutto nel teatro musicale con la Tragédie-Lyrique Hippolyte et Aricie. La portata innovativa dei suoi lavori destinati al teatro, da allora in avanti numerosi e grandiosi, lo misero al centro di tutte le dispute musicali francesi. Rameau superava infatti il canone stabilito da Lulli e apriva a cospicue influenze del gusto italiano, ricercando la massima raffinatezza d’effetti e d’espressione nell’orchestra, destinata a divenire con la sua opera il vero centro propulsore del dramma per musica. Tra i grandi capolavori di questo suo ultimo scorcio di vita si contano Les Indes galantes, Dardanus, Castor et Pollux, Platée (nella quale bordeggiava il genere comico e satirico). I suoi ultimi anni lo videro al centro della polemica fra buffonisti difensori dell’opera comica italiana e antibuffonisti, i paladini dell’opera francese che videro proprio in Rameau il loro campione. La sua importanza nella cultura musicale francese e europea è enorme, ma si può ben dire che soltanto negli ultimi vent’anni gli sia stata resa giustizia anche in sede esecutiva. Morì a Parigi il 12 settembre 1764.
Centotredici anni or sono nasceva a San Pietroburgo Dimitri Šostakovič . Dopo gli studi al Conservatorio di Leningrado si avvicinò giovanissimo ai movimenti dell’Avanguardia russa, e a personalità come Prokof’ev, Majakovskij e Meierchold. Nel 1926, a soli vent’anni s’impose sulla scena internazionale con la Prima Sinfonia, geniale lavoro di un talento già aggiornatissimo ai linguaggi della musica contemporanea. Il suo stile aggressivo e tagliente, carico di una vena grottesca lo portò ad acquisire con disinvoltura elementi tratti dal jazz e sapientemente rifusi in una scrittura coltissima e originale. Di questo primo stile i capolavori sono rintracciabili nel Primo Concerto per pianoforte, tromba e orchestra d’archi, e soprattuto nelle due opere Il naso e Lady Macbeth del distretto di Mzensk. Fu proprio questo splendido capolavoro teatrale, di crudo realismo, ad attirargli gli strali di Stalin e dell’estetica ufficiale del Regime, costringendolo prima a un vero e proprio ostracismo e poi a un’amara autocritica nel 1936. Da allora gran parte della sua musica dovette adeguarsi ai dettami della cosiddetta «Arte del popolo», rinunciando alla parte più acuminata del suo stile, ma mai rinunciando alla perfezione della scrittura, che tuttavia inclinò a un certo accademismo fondato spesso su materiale folclorico.Dopo il XX Congresso del Partito Comunista e la denuncia degli orrori staliniani, Šostakovič ritrovò una maggiore autenticità, ma in chiave spesso cupamente pessimistica. Mori a Mosca il 9 agosto 1975.
Ottantantasette anni fa nasceva a Toronto il pianista Glenn Gould. Conobbe il successo giovanissimo, grazie a una tecnica prodigiosa e a interessi di repertorio fuori dal comune. Fece sensazione nel 1955 la sua registrazione delle Variazioni Goldberg di Bach, che apriva un nuovo capitolo nella storia dell’interpretazione pianistica. Sorprendentemente, nel 1964 si ritirò dall’attività concertistica, concentrandosi unicamente sulle registrazioni, prevalentemente di musica di Bach. Celebre per le sue posizioni e opinioni paradossali, per il comportamento bizzarro e le scelte talora estreme, rimane una delle figure più misteriose e affascinanti dell’interpretazione musicale del XX secolo, destinato già in vita a diventare leggenda. È scomparso a Toronto nel 1982.
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