Il maestro già martellava il pianoforte

Il maestro già martellava il pianoforte – Vita e musica di Giacomo Puccini ricorda il grande compositore nel centenario dalla scomparsa. Un omaggio doveroso non solo a un compositore di grande importanza, perché è l’anello di collegamento fra la tradizione operistica italiana e la modernità, ma anche a un esponente della nostra terra. Puccini a dire il vero non avrebbe bisogno di festeggiamenti particolari, perché si difende benissimo da solo sulle tavole dei palcoscenici di tutto il mondo: né ha bisogno di particolari riscoperte perché non è mai uscito dall’affetto del pubblico che è il motivo primo del suo successo. Pubblico che spesso ha preceduto i critici e i cosiddetti “competenti” nel comprendere e sostenere Puccini.

La maniera migliore di parlarne è quindi in tutta semplicità, cercando di eliminare le sovrastrutture che gli sono state applicate, anzi cercando di imparare a parlare come lui e descriverlo con le parole del suo stesso linguaggio. Ripercorreremo quindi la sua vita e le sue opere, dai primissimi pezzi per organo scritti nell’adolescenza a Turandot, ma cercheremo anche di entrare nel suo momento più segreto, quello della creazione musicale.

Il titolo riprende una frase del suo librettista e biografo Giuseppe Adami, che ricorda come il nucleo primo del suo metodo di composizione fossero le lunghe nottate in solitudine ad improvvisare – o, come diceva Puccini, a preludare – sul suo pianoforte. Ci trasferiremo quindi idealmente al pianoforte di Puccini, come fossimo nel suo salotto e studio.

Con Puccini c’è un paradosso, che mentre la sua vita è documentata con molta precisione, e su certe parti della sua attività creativa come per esempio la sceneggiatura dei libretti sappiamo molte cose, in qualche maniera ci rimane elusiva proprio la sua creatività musicale. E forse la maniera più autentica dalla quale guardare Puccini è proprio tramite la sua musica, usandola alla rovescia come una lente di ingrandimento sul suo autore.

a cura di Luca Giovanni Logi,

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Puntate

Gli studi

Questa prima puntata è dedicata al doppio periodo di studi di Giacomo Puccini. A Lucca viene avviato alla pratica della musica in chiesa, seguendo la tradizione dei suoi antenati, tutti maestri di cappella – la loro sequenza in famiglia si chiamava: la serie. Ma Giacomo sente la vocazione della lirica e si trasferisce a studiare, sia pure fra gravi difficoltà economiche, al Conservatorio di Milano, città al centro della vita musicale italiana.


Puccini inizia la sua carriera con due opere, Les Willis che poi diventerà Le Villi e in seguito Edgar. Ma entrano nella sua vita due personaggi di grande importanza: Giulio Ricordi, che sarà il suo editore ma anche un consigliere, un agente e un secondo padre, ed Elvira Bonturi, una donna sposata che lascia il marito per seguirlo nella vita difficile del compositore principiante. 


Nel 1893, quindi a ben 34 anni, Puccini giunge finalmente al successo con Manon Lescaut; apparentemente Giulio Ricordi ha trovato il successore di Verdi, cioè colui che potrà garantire con i suoi successi l’attività della casa. Ma già da 1891 Puccini ha trovato nell’improbabile microcosmo di Torre del Lago il luogo dove trovare rifugio e ispirazione. 


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