Quelli compresi tra il 1918 e il 1923 sono gli anni americani di Prokof’ev. Anni frenetici non solo per per l’incessante impegno nella composizione e nell’autopromozione ma anche per i continui viaggi da una sponda all’altra dell’Atlantico. America sì, ma con un occhio (e un pezzo di cuore) sempre in Europa. In questi anni prendono forma composizioni pianistiche apparentemente molto diverse, magari nate con l’intento di accattivarsi il pubblico e i critici del Nuovo Mondo. Eppure, a ben guardare, si tratta di pagine sempre coerenti con l’idea di musica, fondamentale e immodificabile, di Prokof’ev. Tra queste ascolteremo i Racconti della vecchia nonna op. 31, i Quattro Pezzi (Danza, Minuetto, Gavotta, Valzer) op.32, Marcia e Scherzo op.33ter dall’opera L’amore per le tre melarance, la Quinta Sonata in do maggiore op. 38 interpretati da Emil Gilels, Evgenij Kissin, Sergej Prokof’ev, Sviatoslav Richter, Gyorgy Sandor e Vladimir Sofronitsky.