La Monte Young e P.D.Q. Bach

Data: 27/03/2023

Anche quest’ultima trasmissione, come la precedente, si sofferma sullo scadere del secolo scorso. Ma con La Monte Young e P.D.Q. Bach ci spostiamo dall’altra parte dell’Oceano Atlantico per incontrare due espressioni tipiche – per quanto fra loro lontanissime – della cultura americana.

La prima è un lavoro monumentale e infinito di La Monte Young. Alla lunghezza si aggiunge l’incompiutezza dato che vive solo nelle performance improvvisate e dunque mai definitive del proprio autore. Considerato uno dei guru del minimalismo e della musica concettuale, La Monte Young elabora The well tuned piano a partire dagli anni Sessanta. Come il titolo suggerisce, il lavoro si basa su un’idea opposta a quella che era alla base del Clavicembalo ben temperato. Qui si tratta di abbandonare la scala temperata e adottare qualsiasi forma di temperamento equabile (cioè di suddivisione dell’ottava in parti uguali) a favore di una nuova e specifica intonazione del pianoforte. Un’intonazione costruita su rapporti numerici basati sulla serie degli armonici naturali ma in modo che rimandino a un’idea di unicità e di assoluto. 

L’ascolto di molti frammenti tratti dalla performance che La Monte Young fece a New York dalle 18:43 del 10 maggio 1987 all’1:07:45 del giorno successivo, sarà contrappuntato dal racconto delle caratteristiche essenziali della vicenda artistica del compositore.

Una rapida capriola e il palcoscenico cambierà totalmente. Sono piccoli, sapidi e spiazzanti i preludi e le fughe scritti da P.D.Q. Bach, personaggio immaginario creato da Peter Schickele. Il musicista statunitense, di solida formazione accademica, dapprima lavorò nel mondo del pop-folk e poi si scoprì una formidabile vocazione per performance musicali ironiche, basate sulla parodia di materiali o personaggi celebri del mondo della musica. Fu un successo clamoroso che dura tuttora e che si manifesta in una serie infinita di spettacoli, dischi e pubblicazioni. 

Fra i lavori firmati da P.D.Q. Bach c’è anche The short-tempered clavier, espressione che nel linguaggio comune americano significa “irascibile”. Si tratta di una serie di preludi e fuga in cui facili temini musicali, che hanno le più disparate origini, vengono trattati con estrema serietà contrappuntistica con un effetto di straniante comicità.

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