Data: 28/03/2023
Città: Firenze
Luogo: Teatro del Maggio
Fino a 16/04/2023
Direttore: Zubin Mehta
Orchestra: Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Musica: Georges Bizet
Regia: Matthias Hartmann
Carmen di Georges Bizet chiude il Festival di Carnevale del Maggio a poche settimane dall’avvio dell’85esimo Festival del Maggio Musicale Fiorentino. L’appuntamento è martedì 28 marzo alle 20. Il capolavoro del compositore francese viene presentato nell’allestimento dell’Opernhaus di Zurigo con la regia di Matthias Hartmann. Sul podio della Sala Grande, alla testa del Coro, dell’Orchestra e del Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio il direttore emerito a vita Zubin Mehta.
Protagonista Clémentine Margaine con al fianco Francesco Meli nel ruolo di Don Josè. Valentina Naforniță è Micaëla mentre Mattia Olivieri interpreta Escamillo. Un nutrito gruppo di talenti ed ex talenti dell’Accademia del Maggio dà corpo al resto del cast.
Altre quattro le recite in programma: giovedì 6, martedì 11 e venerdì 14 aprile alle ore 20 e domenica 16 aprile alle ore 15.30. Prima di ogni recita, continuano le presentazioni al pubblico degli spettacoli tenute da Katiuscia Manetta, Maddalena Bonechi e Marco Cosci. Le guide per Carmen si tengono nel Foyer di Galleria della Sala Grande 45 minuti circa prima dell’inizio dello spettacolo.
Oggi popolarissima, all’epoca della prima rappresentazione, nel marzo del 1875 all’Opéra-Comique di Parigi, Carmen non fu invece apprezzata. Il pubblico parigino rimase scandalizzato dal crudo realismo della vicenda e dai suoi protagonisti, assai lontani dai canoni tradizionali. Una storia di amore violento e morboso che i librettisti Henri Meilhac e Ludovic Halévy trassero dall’omonima novella di Prosper Mérimée.
La regia e l’allestimento scenico sono caratterizzati da una forte impronta minimalista, con pochi oggetti su una scena dominata in gran parte da una pedana inclinata al centro. Un modo per mettere ancor più in evidenza gli aspetti del carattere dei protagonisti della vicenda, soprattutto quelli più cupi e brutali.
Foto di Michele Monasta.