Fidelio all’Auditorium del Maggio

Data: 23/12/2021

Città: Firenze

Luogo: Auditorium del Maggio

Fino a 02/01/2022

Direttore: Zubin Mehta

Orchestra: Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Musica: Ludwig van Beethoven

Interpreti:

Don Fernando Birger Radde
Don Pizarro Tomasz Konieczny
Florestan Klaus Florian Vogt
Leonore (Fidelio) Lise Davidsen
Rocco Franz-Josef Selig
Marzelline Francesca Aspromonte
Jaquino Luca Bernard
Erster Gefangener Leonardo Melani / Luca Tamani (28/12; 2/1)
Zweiter Gefangener Nicolò Ayroldi / Lisandro Guinis (28/12; 2/1)

Regia: Matthias Hartmann

Fidelio di Ludwig van Beethoven segna l’inaugurazione operistica dell’Auditorium del Maggio Fiorentino con Zubin Mehta sul podio. L’appuntamento è giovedì 23 dicembre alle ore 20 e in replica martedì 28 e giovedì 30 dicembre alle ore 20 e il 2 gennaio 2022 alle ore 15.30. Sul palco Lise Davidsen nel ruolo di Leonore, Klaus Florian Vogt come Florestan, Tomasz Konieczny come Don Pizarro, Birger Radde come Don Fernando e Franz-Josef Selig come Rocco. La regia è di Matthias Hartmann, alla sua prima produzione al Teatro del Maggio. Le scene di Volker Hintermeier, mentre costumi e luci sono curati rispettivamente da Sophie Leypold e Valerio Tiberi. Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini.

Non essendo stato possibile ultimare la buca dell’Orchestra, l’Orchestra e il Coro del Maggio saranno posizionati in assetto da concerto: alle spalle dei cantanti. La produzione sarà comunque in versione scenica con costumi e luci.

Unicum della sua produzione, Fidelio costò a Beethoven non poche fatiche: ben undici anni di lavori e ripensamenti sfociati in tre versioni dell’opera. Il soggetto è tratto dal dramma di Jean-Nicolas Bouilly Leonora, o l’amor coniugale.  Secondo Lise Davidsen, “Leonore è il personaggio più forte che abbia mai interpretato, anche considerando l’epoca in cui l’opera è stata scritta: vestirsi e prendere i panni di un uomo in un periodo come quello, entrare in una prigione con il solo scopo di ritrovare il suo amato richiede un enorme coraggio”.

Matthias Hartmann, che firma la regia, in quest’allestimento sperimenta “il confine che c’è fra l’opera, intesa come rappresentazione scenica, e un concerto: è una sottile linea ambivalente. Ogni singolo movimento è prezioso e ognuno si muove sapendo esattamente perché lo fa, altrimenti non sarebbe possibile lavorare in spazi ristretti”.

Foto di Michele Monasta.

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