Data: 06/10/2023
Ora: 21:00
Città: Prato
Luogo: Teatro Politeama Pratese
Fino a 09/05/2024
Orchestra: Camerata strumentale di Prato
Dopo venticinque anni di attività, la nuova stagione della Camerata Strumentale di Prato è all’insegna del piacere della scoperta. Ad agosto il Ministero della Cultura l’ha inserita tra i soggetti meritevoli di essere sostenuti con il Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo. Ma lungi dal sedersi sugli allori, l’Orchestra pratese rilancia con coraggio presentando una stagione concertistica che pone l’accento non sulla riproposizione rassicurante di un repertorio conosciuto ma sull’importanza di accendere la curiosità del pubblico con proposte inedite.
Una stagione che guarda al passato non in cerca di conferme ma di stimoli nascosti. E soprattutto cerca di riconciliarsi con il presente attraverso l’arte. “In fondo non amiamo il nostro tempo – ha sottolineato Diana Toccafondi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, da sempre al fianco della Camerata – e spesso cerchiamo rifugio nel passato o in un futuro idealizzato. La prossima stagione della Camerata Strumentale ci offre la possibilità di scoprire tesori del nostro tempo, di provare a far pace con la contemporaneità”. Parole a cui Alberto Batisti, direttore artistico dell’Orchestra, ha fatto eco prontamente: “In sala da concerto, così come nei teatri d’opera, si dovrebbe invitare il pubblico a conoscere e non solo a riconoscere ciò che già ama. Altrimenti sarebbe come andare in libreria a comprare sempre lo stesso libro, solo che in quel caso scatterebbe il trattamento sanitario obbligatorio”. Una notazione scherzosa che nasce da una visione della tradizione non come “culto della cenere ma memoria del fuoco”, per dirla con Gustav Mahler.
Una visione che attraversa tutta la nuova stagione, aperta dalla prima esecuzione delle tre partiture finaliste composte per la seconda edizione del concorso Dante 700, in calendario venerdì 6 ottobre 2023. Nove i concerti in programma fino al 9 maggio 2024 per una stagione che, come ha dichiarato Simone Mangani, assessore alla Cultura del Comune di Prato, “è solo la punta di diamante di un lavoro di formazione e inclusione che la Camerata persegue da sempre con esemplare caparbietà”. Lo testimonia in particolare l’esecuzione della Cantata che Benjamin Britten ha dedicato a Saint Nicolas con il Coro di voci bianche della Scuola di Musica Verdi, il Coro Euphonios, il Coro Città di Prato e gli Archi e percussioni della Scuola di Musica Verdi.
venerdì 6 ottobre, Teatro Politeama Pratese
Coproduzione Orchestra La Filhamonie e Camerata strumentale di Prato
direttore Nima Kesharvazi
Concorso di composizione sinfonica «Dante 700 – La dolce sinfonia di Paradiso», II edizione, 2023
Concerto di premiazione
Esecuzione delle partiture finaliste e proclamazione del vincitore
Con l’esecuzione delle tre partiture selezionate per la finale, la seconda Edizione del Concorso «Dante 700 – La dolce sinfonia di Paradiso», giunge al suo compimento e all’assegnazione del Premio. Tanti compositori da ogni continente hanno risposto all’invito ad ispirarsi alla Commedia e in particolare al Canto XI del Paradiso, nel quale Dante affida all’autorità di San Tommaso d’Aquino il compito di tessere l’elogio di San Francesco d’Assisi. È una delle pagine più alte di tutto il Poema sacro, centrata sul mistico matrimonio di Francesco e la Povertà, già sposa di Cristo, da tutti negletta. I tre compositori che la Giuria internazionale ha prescelto sono Francesco Darmanin, Ruggero Laganà e Michał Ziółkowski, autori di tre partiture di grande qualità. All’esecuzione del lavoro di Ruggero Laganà, Laudante – Il canto di Francesco, partecipa il baritono Mauro Borgioni, formidabile protagonista di Noye’s Fludde e del recentissimo The Song of the Ladder, le due produzioni della Camerata strumentale che meglio incarnano la missione sociale dell’Orchestra.
Il pubblico del concerto è invitato ad assegnare un riconoscimento alla partitura che raccoglierà maggiori consensi.
giovedì 9 novembre, Teatro Politeama Pratese
Concerto inaugurale
direttore e violino Antije Weithaas
Beethoven: Coriolano, Ouverture op. 62
Mendelssohn: Concerto in mi minore op. 64 per violino e orchestra
Mozart: Sinfonia n. 40 in sol minore K. 550
Il concerto che inaugura la Stagione sinfonica della Camerata è affidato a un’artista illustre, Antije Weithaas, nel duplice ruolo di violino solista e direttrice. Formatasi alla prestigiosa Musikhochschule «Hanns Eisler» di Berlino, Antije Weithaas a poco più di vent’anni si aggiudicò il primo premio al Concorso Internazionale «Johann Sebastian Bach» di Lipsia e al «Joseph Joachim» di Hannover. Da allora si è esibita con le orchestre più importanti d’Europa e d’America, collaborando con direttori d’orchestra di fama internazionale. Per dieci anni è stata direttore musicale di un’altra Camerata, quella di Berna, con la quale ha registrato numerosi dischi nei quali figura come solista e direttrice al tempo stesso.
Il programma affidato ad Antije Weithaas include tre partiture fra le più celebri del repertorio. Incorniciato dai capolavori di Beethoven e Mozart, il luminoso e amatissimo Concerto in mi minore op. 64 di Mendelssohn torna dopo tanti anni ad essere offerto all’ascolto del pubblico pratese dalle mani di un’interprete di valore assoluto.
giovedì 30 novembre, Teatro Politeama Pratese
direttore e viola Yakov Zats
Hindemith: Trauermusik, per viola e orchestra d’archi
Schnittke: Monolog, per viola e orchestra d’archi
Porter: Ukrainian Suite
Reger: Suite in sol minore, versione per viola e orchestra d’archi di Victor Poltoratsky
Grieg: Dai tempi di Holberg, Suite in stile antico op. 40
L’impaginazione di questo concerto esprime eloquentemente l’invito di questa Stagione al «piacere della scoperta». La viola, così poco considerata come strumento solistico, è qui protagonista con uno strumentista fuoriclasse, Yakov Zats, che il pubblico della Camerata ha già applaudito in diverse occasioni. Per questo programma Zats si assume anche la responsabilità della guida dell’orchestra, in un itinerario musicale che ha anche il valore di testimonianza. Intorno a una partitura costruita esclusivamente su temi popolari ucraini, la Suite composta nel 1925 dall’americano Quincy Porter è un omaggio solidale a chi soffre in questi giorni i disastri della guerra. Per questo motivo è affiancata all’intensa elegia di Hindemith per viola e archi, che culmina nel commovente corale «Davanti al tuo trono io mi presento», la medesima melodia con cui Bach si congedò da questo mondo. Altrettanto carica di significato è la scelta del Monolog di Alfred Schnittke, uno dei più importanti protagonisti della musica del secondo Novecento, ebreo russo perseguitato dalla censura sovietica. Due vivaci e affettuose rivisitazioni della civiltà strumentale settecentesca, le Suites composte nel tardo Ottocento da Max Reger e Edvard Grieg completano il programma con un’affermazione di fiducia nell’energia positiva della musica.
giovedì 14 dicembre, Teatro Politeama Pratese
direttore e violino Suyeon Kang
Bach: Preludio BWV 853, Fuga in mi bemolle maggiore BWV 876
dal Clavicembalo ben temperato, I e II volume
trascrizioni per orchestra d’archi di Andrea Perugi
Beethoven: Quartetto in do diesis minore op. 131, versione per orchestra d’archi
Il Quartetto op. 131 è uno dei capolavori estremi di Beethoven, capace di trascendere ogni esperienza musicale del suo tempo con visionarietà profetica e incredibile audacia d’invenzione. Affidarne l’esecuzione a un’intera orchestra d’archi è scelta certamente discutibile e pericolosamente insidiosa. Eppure questa avventura che sfida le capacità d’ogni singolo strumentista vale la pena d’essere affrontata, come ha dimostrato Leonard Bernstein in una delle sue interpretazioni più travolgenti. L’amplificazione sinfonica rende giustizia alla potenza del pensiero di Beethoven, troppo intenso per essere costretto nelle anguste proporzioni sonore cameristiche di quattro strumenti.
Ci è parso opportuno far precedere l’esecuzione del Quartetto, frutto del dialogo costante che Beethoven ebbe nei suoi ultimi anni con la musica di Bach, dalle trascrizioni per orchestra d’archi di due pagine dal Clavicembalo ben temperato, realizzate da Andrea Perugi, rinomato musicista pratese, autorevole interprete della musica barocca e appassionato cultore dell’opera di Bach. Alla magnifica violinista Sueyon Kang va il compito di guidare la Camerata nell’ambiziosa scalata alla vertigine di queste vette musicali.
giovedì 18 gennaio, Teatro Politeama Pratese
direttore Filippo Maria Bressan
Dittersdorf: Sinfonie dalle Metamorfosi di Ovidio
La metamorfosi d’Atteone in cervo
La liberazione d’Andromeda da parte di Perseo
Rameau: Les Indes Galantes, Suite da concerto
Un’altra opportunità per scoprire splendida musica ma ingiustamente trascurata. Protagonista del programma è il Settecento, col confronto fra il massimo compositore e teorico francese di quel secolo, Jean-Philippe Rameau, e il viennese, contemporaneo di Mozart, Carl Ditters von Dittersdorf.
Filippo Maria Bressan, con l’autorevolezza stilistica da anni familiare al pubblico della Camerata, dirige la Suite di danze e inserti sinfonici da un’opera che schiuse al teatro musicale argomenti cari all’Illuminismo, ma ancora di viva attualità. Les Indes galantes raffigura in quattro quadri civiltà lontane dalla cultura europea, cercando di coglierne il fascino e la grandezza, minacciate dall’iniqua violenza con cui il colonialismo le ha sfruttate se non addirittura annientate. È il caso degli Incas del Perù, messi a confronto con gli indiani dell’America del Nord o con i Turchi o i Persiani. Raffigurando questi mondi fantastici e fiabeschi, Rameau ha utilizzato l’orchestra con fantasia suprema, facendosi inventore di meravigliose soluzioni timbriche.
Le Sinfonie che Dittersdorf compose nel 1781 ispirandosi ai miti cantati da Ovidio nelle Metamorfosi sono tra i più nobili esempi di musica intesa a illustrare una materia letteraria. Dalla prima delle due partiture in programma Beethoven prese più d’uno spunto per la sua celebre Sinfonia Pastorale.
giovedì 22 febbraio, Teatro Politeama Pratese
direttore e violino Hugo Ticciati
Bach: Sinfonia e Ciaccona dalla Cantata BWV 150
Tabakova: The Patience of Trees, per violino, archi e percussione
Brahms: Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98
Hugo Ticciati prosegue con questo appuntamento il suo itinerario intorno alle Sinfonie di Brahms, capisaldi del repertorio sinfonico, ponendole in dialogo con la musica del nostro tempo. La Quarta Sinfonia, approdo finale della musica orchestrale di Brahms si confronta qui con un lavoro composto nel 2021 da Dobrinka Tabakova, compositrice bulgara formatasi e residente nel Regno Unito. «La pazienza degli alberi» è un atto d’amore verso la natura ritratta nei suoi quattro elementi, terra, acqua, fuoco aria. Composta su commissione di Hugo Ticciati, questa partitura affascinante esalta le qualità espressive e tecniche del geniale violinista con cui la Camerata ha stretto un progetto di collaborazione pluriennale. Per aprire il concerto, sarà proposta la breve Sinfonia che apre la prima cantata composta da Bach nel 1706, «Nach dir, Herr, verlanget mich» BWV 150, affiancata alla Ciaccona che la chiude. Proprio da questo lavoro con cui Bach fece il suo esordio nella musica da chiesa, Brahms trasse il basso che fa da fondamento all’ultimo tempo della Quarta Sinfonia, concepito anch’esso nella forma di una grandiosa Ciaccona come mirabile omaggio al Padre fondatore della civiltà musicale tedesca ed europea.
lunedì 25 e martedì 26 marzo, Chiesa di San’Agostino
direttore Simone Ori
Lucia Napoli mezzosoprano
Johann Christoph Bach: Lamento
Puccini: Crisantemi
D. Scarlatti: Salve Regina
Vivaldi: Sinfonia «al Santo Sepolcro» R. 169
Bach: Cantata «Vergnügte Ruh’, beliebte Seelenlust» BWV 170
Anche nel 2024 il tradizionale concerto spirituale che fa da preludio alla Settimana Santa e alla Pasqua si svolgerà nella Chiesa di Sant’Agostino e avrà come protagonista Simone Ori, maestro pratese, e la voce preziosa del mezzosoprano Lucia Napoli, interprete eletta del repertorio barocco. Due gioielli scaturiti da quell’epoca di altissima civiltà musicale sono posti a confronto. Il canto intimo e affettuoso del Salve Regina di Domenico Scarlatti si specchia nella meditazione religiosa di una delle più toccanti Cantate di Bach, «Vergnügte Ruh, beliebte Seelenlust» («Beato riposo, piacere amato dell’anima») BWV 170, composta nel 1726. La Sinfonia «Al Santo Sepolcro» di Vivaldi fa da raccordo strumentale fra i capolavori vocali dei due compositori coetanei.
A un altro Bach è conferito l’incarico di aprire il programma, Johann Christoph (1642-1703), cugino di secondo grado e prozio di Johann Sebastian. A lui si deve questa breve e intensa pagina che intona un frammento delle Lamentazioni di Geremia con ispirazione altissima. Con voluto contrasto, quel canto seicentesco è seguito da una commossa pagina strumentale di Giacomo Puccini, Crisantemi. Lo shock stilistico è in realtà assai meno violento di quanto si possa immaginare. L’elegia pucciniana è infatti un lamento composto di getto alla notizia della precoce scomparsa di Amedeo di Savoia, Duca d’Aosta, fratello del Re d’Italia Umberto I. Solo tre anni dopo, questa musica servirà a Puccini per rappresentare la desolata scena finale di Manon Lescaut, il deserto americano in cui si spenge la protagonista. Crisantemi è l’omaggio della Camerata al compositore lucchese nel primo Centenario dalla sua morte.
mercoledì 17 e giovedì 18 aprile, Chiesa di San Domenico
direttore Jonathan Webb
Mark Milhofer tenore
Coro di voci bianche della Scuola di Musica «G. Verdi»
Coro Euphonios
Coro «Città di Prato»
Archi e percussioni della Scuola di Musica «G. Verdi»
Camerata strumentale di Prato
Britten: Saint Nicolas, Cantata op. 42
Da molti anni la Camerata ha eletto Benjamin Britten a suo santo protettore. L’esperienza dell’Arca di Noè ha guidato, come una stella polare, le nostre scelte e il nostro modo di interpretare il ruolo centrale di un’Orchestra come luogo d’incontro della Comunità e strumento di partecipazione. The Song of the Ladder, l’Opera commissionata a John Barber per celebrare i venticinque anni di vita della Camerata, è nata dalla lezione di Britten. La Cantata Saint Nicolas, composta nel 1948 dal musicista britannico per l’anniversario di una Scuola, è il suo primo lavoro in cui studenti, musicisti amatoriali e musicisti professionisti sono chiamati a dar vita a un grande affresco musicale animati da un medesimo senso di responsabilità e dalla gioia condivisa di far musica insieme, ciascuno secondo le proprie abilità. La scelta di collocare l’esecuzione di Saint Nicolas nella Chiesa di San Domenico sottolinea il valore comunitario di questa proposta, in uno spirito di continuità con la missione a cui la Camerata è stata fedele fin dal primo giorno della sua esistenza e che ha trasformato Prato in un Laboratorio della Musica inteso come strumento di crescita sociale, accessibile a tutti.
giovedì 9 maggio, Teatro Politeama Pratese
direttore Jonathan Webb
Beatrice De Maria pianoforte
Busoni: Berceuse élégiaque
Grieg: Concerto in la minore op. 16 per pianoforte e orchestra
Sibelius: Sinfonia n. 5 in mi bemolle maggiore op. 82
Il concerto conclusivo della Stagione si apre con un omaggio a un altro grande musicista toscano scomparso un secolo fa, Ferruccio Busoni. Egli fu un visionario nel rinnovamento musicale del Novecento che ebbe per patria il mondo. Oggi lo si ricorda soprattutto come sommo pianista e autore di meravigliose trascrizioni della musica di Bach, lavori che ebbero un’importanza capitale nella divulgazione di quell’imprescindibile eredità musicale. Compositore mosso da un instancabile spirito di sperimentazione, Busoni fu anche filosofo della musica e in questo ruolo fu una delle grandi coscienze critiche del Novecento. La tenerissima Berceuse élégiaque, composta in memoria della madre, è uno dei capolavori di questo grande creatore, tenuta a battesimo da Gustav Mahler a New York nel suo ultimo concerto come direttore d’orchestra, pochi mesi prima della morte.
Con questo concerto Jonathan Webb aggiunge un altro capitolo al progetto d’esecuzione di tutte le Sinfonie di Sibelius, guidando la Camerata alla conquista di uno dei lavori più amati e importanti del compositore finlandese, la Quinta Sinfonia. Sottoposta a ben due revisioni dopo la prima esecuzione del 1915, la partitura è il frutto di un severo lavoro di autocritica e di ricerca nel rinnovamento della forma musicale, sintetizzato meravigliosamente in una metafora creata dal compositore stesso: «È come se Dio avesse fatto cadere dei pezzi di mosaico dal pavimento del suo palazzo celeste e mi avesse chiesto di ricostruirlo».
Un altro grande scandinavo, Edvard Grieg, è rappresentato in questo ultimo programma della Stagione da una delle sue pagine più popolari e da sempre nel cuore degli appassionati di musica, il Concerto in la minore per pianoforte e orchestra. La freschezza di questo capolavoro si addice perfettamente alla fisionomia artistica e alla grazia della giovane interprete chiamata ad eseguirlo, Beatrice De Maria, figlia d’arte e da sempre appartenente alla grande famiglia della Camerata, che ora l’accoglie nella sua Stagione, a braccia aperte.
Abbonamenti
Intero 170 €
Studenti under 25 75 €
4 concerti a scelta 95 €
Conferma degli abbonamenti a partire da mercoledì 13 settembre, con diritto di prelazione sul posto fino al 6 ottobre. Il carnet 4 spettacoli sarà in vendita dal 7 ottobre.
Biglietti
Concerti in stagione
In vendita dal 7 ottobre
Platea intero 25 € / ridotto* 20 €
Galleria intero 15 € / ridotto* 10 €
Ridotto under 30 10 €
Ridotto under 18 5 €
*Università del Tempo Libero, Abbonati Rete Toscana Classica
Concerto del 6 ottobre
Intero 10 €
Ridotto under 25 e over 65 7 €
Omaggio per gli abbonati della Stagione
Biglietterie
Teatro Politeama Pratese
martedì – sabato
10.30 – 12.30 / 16.00 – 19.00
Via Garibaldi 33 – Prato
Tel 0574 603758
Ex Chiesa di San Giovanni
lunedì – venerdì
15.00 – 19.00
Via San Giovanni 9 – Prato
Tel 0574 603376
Punti vendita Box Office Toscana – Ticketone e online su Ticketone.it
Informazioni
tel: 0574 1838800
info@cameratastrumentale.org
Il ritratto di Antije Weithaas è di Marco Borggreve.