Il violoncello di Julian Steckel con l’Ort

Data: 15/05/2021

Ora: 18:00

Città: Firenze

Luogo: Teatro Verdi

Direttore: Paolo Bortolameolli

Orchestra: Orchestra della Toscana

Musica: Campogrande, Šostakovič, Beethoven

Solista: Julian Steckel, violoncello

Julian Steckel interpreta il Concerto per violoncello op. 107 di Dmitrij Šostakovič nel concerto che l’Ort propone sabato 15 maggio alle 18 al Teatro Verdi di Firenze. Apre la serata la prima esecuzione della Sinfonia n. 1 scritta da Nicola Campogrande nel 2020. In chiusura la Sinfonia n.7 di Ludwig van Beethoven, ultima tappa di un itinerario musicale che attraversa tre secoli a partire dai giorni nostri. Sul podio il giovane italo-cileno Paolo Bortolameolli.

Un anno fa il compositore torinese Nicola Campogrande raccoglie la sfida della Storia, provando a comporre una sinfonia, una forma di scrittura che dalla seconda metà del Novecento è caduta in disuso. È breve, solo 15 minuti di musica felice e piena di energia. Il compositore la dedica al tempo che stiamo vivendo “così sorprendente, intenso, tragico e vitale, da meritare di essere fissato di nuovo in una sinfonia”. Direttore artistico del prestigioso festival di musica classica Mito, Campogrande è critico musicale, conduttore radiofonico e televisivo, oltre che accademico.

Dal ventunesimo secolo si indietreggia a metà Novecento, alla Russia di Šostakovič con il suo Concerto per violoncello op. 107. Composto nel 1959 fu eseguito lo stesso anno per la prima volta da Mstislav Rostropovič, suo dedicatario. Un’opera che riflette la varietà stilistica del compositore russo, che non lasciò mai la patria. Prova molto ardua per il solista, il tedesco Julian Steckel, tra i violoncellisti più carismatici della sua generazione. La sua filosofia di interprete è sintetizzata in questa frase: “Se conosci la stanza di un appartamento, ma non sai che in quell’appartamento, di stanze, ce ne sono altre sette, non potrai neanche comprendere la stanza in cui abiti”.

Chiude il concerto la Sinfonia n.7 di Beethoven, che Richard Wagner definì “l’apoteosi della danza, la danza nella sua essenza più sublime”. Celebre definizione ancora oggi giustissima, perché la danza si definisce nella continuità del ritmo, e il ritmo è non solo la forza propulsiva ma il vero principio costruttivo di questa pagina.

Foto di Marco Borggreve

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