La rivoluzione spagnola di Ernani

Data: 10/11/2022

Città: Firenze

Luogo: Sala Mehta

Fino a 20/11/2022

Direttore: James Conlon

Orchestra: Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Musica: Giuseppe Verdi

Regia: Leo Muscato

Prosegue con Ernani, diretto per la prima volta da James Conlon, il Festival d’Autunno del Maggio Musicale Fiorentino dedicato a Giuseppe Verdi. La prima dello spettacolo con la regia di Leo Muscato è giovedì 10 novembre alle ore 20 in Sala Mehta. Altre quattro le recite in cartellone: il 15 e il 18 novembre alle ore 20 e il 13 e il 20 novembre alle ore 15.30. La prima recita del 10 novembre sarà trasmessa in diretta radiofonica da Rai Radio3..

La compagnia di canto è formata da Francesco Meli come Ernani; María José Siri come Elvira; Roberto Frontali nel ruolo di Don Carlo; Vitalij Kowaljow in quello di Don Ruy Gómez de Silva; Xenia Tziouvaras come Giovanna; Joseph Dahdah è Don Riccardo mentre il ruolo di Jago è interpretato da Davide Piva.

Per la messinscena Muscato si è ispirato ai primi moti insurrezionali spagnoli del 1820-21. “Ci siamo immaginati Ernani e i suoi accoliti come dei rivoluzionari più che dei banditi”, ha dichiarato il regista. “È su questo sfondo rivoluzionario che si dipana una trama imperniata sull’inviolabilità di patti basati sull’onore e il rancore. Valori che i canoni odierni fanno sembrare futili e un po’ egoistici. Per cui, alla fine, Elvira rimane la vittima principale di questa tragedia”.

In occasione del Festival d’Autunno dedicato a Giuseppe Verdi e della programmazione delle sue tre opere di “sapore” spagnolo, il Maggio ha organizzato un convegno internazionale a cura di Giovanni Vitali e Giancarlo Landini: “Verdi e la Spagna”. L’11 novembre alle ore 15.30 nel Foyer di galleria della Sala Grande prenderà avvio con un intervento del sovrintendente Alexander Pereira. Fino al 13 novembre interverranno Mattia Palma, Gaia Varon, Paola Ciarlantini, Giancarlo Landini, Pol Avinyò, Silvio Balloni, Giovanni Vitali, Leticia Ruiz Gòmez, Juan Carlos D’Amico, Michaela Valente, Piero Mioli, Felice Todde e Giovanni Bietti. L’ingresso è libero fino a esaurimentro dei posti.

Continuano inoltre, prima di ogni recita, le presentazioni al pubblico degli spettacoli tenute da Katiuscia Manetta, Maddalena Bonechi e Marco Cosci. Le guide si tengono nel Foyer della Sala Zubin Mehta e nel Foyer di Galleria della Sala Grande 45 minuti circa prima l’inizio dello spettacolo. Per le recite di domenica 13 e domenica 20 novembre, alle ore 15, continua l’iniziativa Crescendo: teatro in gioco, giocare in teatro. I grandi assistono all’opera mentre i bambini sono accolti in una sala prove del teatro da educatori con giochi, musiche e storie legate all’opera in programma.

Il Festival d’Autunno giunge dunque al suo penultimo appuntamento lirico con Ernani, che torna nella programmazione del Maggio a quasi sessant’anni dalla sua ultima rappresentazione, avvenuta nel gennaio del 1965 diretta da Bruno Rigacci per la regia di Filippo Crivelli. L’opera verdiana, su libretto di Francesco Maria Piave, debuttò al Teatro la Fenice di Venezia il 9 marzo 1844. Per Verdi era il primo ingaggio in un teatro diverso dalla Scala che gli consentì non solo di cimentarsi con un nuovo pubblico e nuove esigenze. Ma anche di incontrare il giovane poeta muranese Piave, con cui avrebbe instaurato un lungo rapporto. Il libretto fu tratto dal dramma di Victor Hugo Hernani, considerato all’epoca un caposaldo del romanticismo teatrale e letterario francese.

La trama, ambientata nella Spagna di inizio Cinquecento, intreccia i due piani narrativi dell’azione e del sentimento. Ernani, bandito a capo della congiura contro re Carlo e sotto le cui mentite spoglie si nasconde il nobile Don Giovanni d’Aragona, ama perdutamente Elvira, già promessa sposa allo zio Don Ruy de Silva, ma desiderata anche dal re. Oltre al quadrilatero amoroso caratterizzato dall’eterno conflitto amore verso onore, nell’opera si susseguono duelli, rivolte, mascheramenti e colpi di scena accompagnati da una musica dal ritmo incalzante, con continui cambi di marcia e con il piglio appassionato delle melodie solistiche e corali che garantirono al quinto titolo verdiano il favore del pubblico fin dalle prime repliche.

Foto di Michele Monasta.

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