Otello finalmente dal vivo al Maggio

Data: 20/05/2023

Ora: 20:00

Città: Firenze

Luogo: Teatro del Maggio

Fino a 31/05/2023

Direttore: Zubin Mehta

Orchestra: Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Musica: Giuseppe Verdi

Regia: Valerio Binasco

Finalmente si può gustare dal vivo l’edizione dell’Otello di Verdi realizzata dal Maggio Musicale Fiorentino nel dicembre 2020. Finora presentato esclusivamente su Rai 5, lo spettacolo approda sabato 20 maggio alle ore 19 nella Sala Grande del Teatro del Maggio. Sul podio Zubin Mehta alla guida dell’Orchestra, del Coro e del Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio per questo secondo appuntamento lirico  dell’85° Festival del Maggio Musicale.

Il cast – diverso rispetto alla versione televisiva, con l’eccezione di Luca Salsi nel ruolo di Jago – è capitanato da Arsen Soghomonyan nella parte di Otello. Zarina Abaeva è Desdemona, Joseph Dahdah è Cassio, Adriano Gramigni è Lodovico, Eleonora Filipponi è Emilia mentre Francesco Pittari interpreta Roderigo. Due membri dell’Accademia del Maggio, Eduardo Martínez e Matteo Mancini interpretano Montano e un araldo.

Valerio Binasco, che firma la regia, ripresa da João Carvalho Aboim, ha ambientato Otello in “un luogo sotto assedio che attende l’arrivo del suo salvatore. Cipro, come Sarajevo ai tempi della guerra o come una città della Siria ai tempi d’oggi, aspetta l’arrivo del suo eroe che appartiene a un altro popolo. Il dramma familiare tra Otello e Desdemona avviene in una zona di guerra. C’è un continuo oscillare tra una grande storia – Venezia, Cipro, Otello come archetipo – e la storia più piccola di un marito e di una moglie che soffrono di “troppo amore”. Otello sa vincere le guerre ma non sa vincere la forza dell’amore tra le mura domestiche”.

Altre tre le recite in programma: martedì 23 (proposta al 50% grazie a Fondazione CR Firenze), venerdì 26 e mercoledì 31 maggio alle ore 20. Prima di ogni recita le presentazioni tenute da Katiuscia Manetta, Maddalena Bonechi e Marco Cosci nel Foyer della Sala Zubin Mehta e nel Foyer di Galleria della Sala Grande.

L’opera

Dopo il successo di Aida Verdi aveva deciso di ritirarsi dalle scene. La vita professionale gli aveva dato tutto: gloria, denaro, fama imperitura. Con Aida poteva congedarsi dalla fortunata stagione del melodramma ottocentesco; da troppo tempo ormai sentiva il peso di un teatro musicale in crisi che stentava a trovare nuove vie drammaturgiche e formali. Ma l’incontro con lo scapigliato Arrigo Boito riporta il maestro di Busseto sulla via dell’opera. Verdi, come Boito, è desideroso di soluzioni poetiche sperimentali e innovative ed è già proiettato verso l’emancipazione del melodramma dal sistema dei numeri chiusi. L’intesa tra i due nasce poi sotto il segno di Shakespeare, autore che Verdi aveva amato e rincorso per tutta la vita. Primo frutto del fortunato sodalizio è Otello, che debutta trionfalmente alla Scala di Milano il 5 febbraio 1887. A 74 anni, Verdi dimostra una stupefacente capacità di rinnovamento, rivestendo in modo inaspettato e originale i versi di Boito. Abbandonata la sicurezza del numero chiuso per la forma aperta, il compositore dà vita a un flusso melodico mobile e continuo. Con un occhio a Wagner e uno alla tradizione teatrale italiana, Verdi segna così il punto di arrivo della sua eccezionale parabola creativa.

Foto di Michele Monasta.

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