Philippe Jordan torna sul podio del Maggio

Data: 19/02/2022

Ora: 20:00

Città: Firenze

Luogo: Auditorium del Maggio

Direttore: Philippe Jordan

Orchestra: Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Musica: Beethoven, Berg, Bruckner

Solista: Anja Kampe, soprano

Philippe Jordan torna sul podio dell’Orchestra del Maggio sabato 19 febbraio alle ore 20 per un appuntamento sinfonico. Accanto a lui il soprano Anja Kampe. In apertura del concerto la Coriolan ouverture di Ludwig van Beethoven, seguita dai Fünf Orchesterlieder nach Ansichtskarten op. 4, anche noti come Altenberg Lieder di Alban Berg. In chiusura la Sinfonia n. 7 in mi maggiore di Anton Bruckner.

Direttore della Wiener Staatsoper, Philippe Jordan torna dunque nel volgere di breve tempo al Maggio. Il concerto sinfonico che nell’aprile 2021 ha segnato il suo debutto sul palcoscenico del teatro fiorentino è ancora disponibile sulla piattaforma ItsArt.

Il programma

L’Ouverture Coriolano op. 62, inizialmente realizzata da Beethoven come commento musicale alla tragedia omonima di Joseph von Collin, si è guadagnata in breve uno spazio privilegiato nel repertorio orchestrale. L’ouverture risale al 1807, anno di composizione anche della Quinta Sinfonia, con cui condivide la stessa tonalità di do minore. È una pagina simbolo dello stile eroico de compositore tedesco.

Nati nel 1912 sulla falsariga dei cicli mahleriani, i Fünf Orchesterlieder nach Ansichtskarten op. 4, anche noti come Altenberg Lieder, furono proposti in concerto l’anno successivo per poi rimanere ineseguiti, in seguito alla ferocia delle critiche, per quarant’anni. Berg si confronta con la scrittura aforistica di Peter Altenberg impiegando impasti timbrici nuovi, a tratti audaci, e una scrittura vocale particolarmente sensibile alle suggestioni fornite dal testo sottolineate in senso espressionista.

Composta tra il 1881 e il 1883, la Sinfonia n. 7 in mi maggiore non fu oggetto delle tormentate revisioni spesso praticate da Bruckner. Vi si nota una chiara impronta wagneriana: melodie segnate da cromatismi continui, elaborazioni armoniche ardite, oscillazioni tra momenti di intimità cameristica e squarci di grandiosità orchestrale. A questo si aggiunge un omaggio palese a Richard Wagner nel secondo movimento.

Foto di Michael Poehn.

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