Ryan McAdams dirige l’Ort

Data: 15/03/2022

Ora: 21:00

Città: Firenze, Poggibonsi, Empoli, Livorno

Fino a 19/03/2022

Direttore: Ryan McAdams

Orchestra: Orchestra della Toscana

Musica: Montgomery, Saint-Saëns, Mendelssohn

Solista: Pietro De Maria, pianoforte

La bacchetta di Ryan McAdams e il virtuosismo di Pietro De Maria insieme nel nuovo concerto dell’Ort tra musica d’oggi e tradizione. Appuntamento alle ore 21 al Teatro Verdi di Firenze martedì 15 marzo, il 16 al Teatro Politeama di Poggibonsi, il 18 al Palazzo delle Esposizioni di Empoli e il 19 al Teatro Goldoni di Livorno.

A quarant’anni McAdams è uno dei direttori più versatili della sua generazione. Alla guida del Crash Ensemble, il più importante gruppo irlandese di musica contemporanea, ha diretto pagine di John Zorn, Wynton Marsalis e Jonny Greenwood. “È un dovere morale trasmettere alla comunità un sapere legato al presente”, sostiene McAdams, che torna sul podio dell’Orchestra della Toscana dopo quattro anni e apre il concerto con il brano Strum, scritto dalla connazionale Jessie Montgomery. La violinista e compositrice newyorkese l’ha ideato nel 2006 per suonarlo lei stessa con i gruppi da camera di cui fa parte. L’ha poi riarrangiato nel 2008 per quartetto d’archi e nel 2012 nella versione per orchestra d’archi che esegue l’Ort.

A seguire Pietro De Maria, allievo di Maria Tipo e artista in residence dell’Orchestra della Toscana, con cui interpreterà il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra op. 22 scritto da Camille Saint-Saëns nel 1868. Il catalogo del compositore francese abbraccia linguaggi diversi – dal neo barocco all’esotismo – rivelando una modernità che, secondo De Maria, l’accostamento con il brano di Jessie Montgomery rende ancora più evidente. “La musica del nostro tempo – sostiene infatti il pianista – aiuta a sentire la modernità delle opere composte nei secoli precedenti”.

In chiusura, il programma scivola verso il Romanticismo con la ‘novità’ che fu di Mendelssohn nella sua Sinfonia Scozzese: legare i quattro movimenti imponendo al direttore, una volta alzata la bacchetta, di non abbassarla fino all’ultima nota. La sinfonia è un’evocazione in note di una terra che il compositore tedesco frequentò spesso e amò molto. Nella Scozia scorgeva la quintessenza del paesaggio romantico: il clima instabile, brumoso, le tempeste, il mare in burrasca, il fascino arcano delle voci delle cornamuse. La scintilla che fece nascere la partitura fu la visita compiuta nel 1829 alle rovine della cappella in cui era stata incoronata Maria Stuarda.

Foto di Marco Borrelli

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