CANZONA DI RINGRAZIAMENTO

Cari amici,

il 1 giugno si conclude un primo importante e vastissimo capitolo della nostra celebrazione di Beethoven nel 250esimo anniversario dalla nascita.
Quel giorno andrà in onda, come sempre alle 18.40 l’ultima trasmissione curata da Francesco Dilaghi sull’opera pianistica del sommo compositore. Colgo l’occasione di questo editoriale mensile per ringraziare a nome di tutti gli ascoltatori di Rete Toscana Classica il maestro Francesco Dilaghi. Egli ci ha regalato un’illustrazione capillare ed emozionante, accessibile a tutti, di una delle più grandi avventure del pensiero tradotto in musica. Le trentadue Sonate, i cinque Concerti per pianoforte e orchestra, le serie di Variazioni rappresentano un itinerario vertiginoso e imprescindibile non solo nella storia della musica, ma nella storia della Civiltà.
Un altro viaggio nell’opera di Beethoven ci aspetta e si inaugura in questo mese di giugno. È il secondo grande capitolo dell’impresa, quello nei Quartetti per archi, il laboratorio in cui l’ingegno del creatore si è spinto alle sperimentazioni più audaci nella purezza polifonica di quattro registri strumentali perfettamente omogenei. Negli ultimi Quartetti, Beethoven ha annientato ogni convenzione, ogni maniera, liberando forma, fantasia, espressione oltre la storia, oltre il tempo.
La prima serie, dedicata ai Sei Quartetti op. 18, è curata da una giovane musicologa, Maddalena Bonechi all’interno di tre trasmissioni settimanali che prendono il via l’8 giugno. Il resto della produzione quartettistica, a partire dai tre capolavori dell’op. 59, i cosiddetti Quartetti Rasumovsky, sarà invece illustrata da Marco Mangani, professore di Storia della Musica all’Università di Firenze, con inizio dal 29 giugno e per gli otto lunedì successivi.
Sono certo che i due curatori ci guideranno con grande autorevolezza in uno dei più affascinanti territori che l’arte musicale ha conquistato.
Nel cuore del Quartetto in la minore op.132 compare una fra le pagine più toccanti dell’umanità di Beethoven, sgorgata dopo l’angoscia di una malattia. È la Canzona di ringraziamento di un guarito alla Divinità, in modo lidio. Quanto dolorosamente attuali siano queste note, nella loro nuda, disarmante preghiera e nella purezza arcaica di quel canto, è a tutti manifesto.
Ancora una volta, possa essere un balsamo per la nostra anima turbata.

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