Cinque brani per violoncello e pianoforte tra Ottocento e Novecento: da Stravinskij a Scriabin, da Milhaud a De Falla e Dvořák.

Apriamo l’ascolto con Aria di Parasha da Mavra, operina buffa che Igor Stravinskij scrisse nel 1921 per “mostrare una Russia diversa ai miei colleghi non russi, specialmente a quelli francesi, i quali erano, a mio parere, saturi dell’orientalismo da ente turistico del gruppo dei Cinque”. Così il compositore scrive di quest’operina tratta dal poema satirico di Puškin La casetta di Kolomna. L’ascoltiamo nella trascrizione per violoncello e pianoforte di Mstislav Rostropovich da Dimitri Markevitch con lo stesso Rostropovich al violoncello e Alexander Dedyukhin al pianoforte.

Proseguiamo con l’Etude op. 8 n. 11 per pianoforte scritto da Alexander Scriabin nel 1894 nella versione per violoncello e pianoforte di Gregor Piatigorsky. Ritroviamo Mstislav Rostropovich al violoncello mentre al pianoforte c’è Vladimir Yampolsky.

A seguire Tijuca da Saudades do Brasil, op. 67, ciclo di dodici danze scritte da Darius Milhaud tra il 1917 e il 1918. Dedicata a Ricardo Viñes, ascoltiamo Tijuca nella versione per violoncello e pianoforte di Mstislav Rostropovich con Rostropovich al violoncello e Alexander Dedyukhin pianoforte.

Gli stessi interpreti eseguono la Danza rituale del fuoco da El Amor Brujo, scritto da Manuel De Falla nel 1915 per la danzatrice gitana Pastora Imperio, nella versione per violoncello e pianoforte di Gregor Piatigorsky.

Infine, sempre nella versione per violoncello e pianoforte di Gregor Piatigorsky, ascoltiamo Silent Woods op. 68, composto da Antonín Dvořák nel 1883 come quinta parte del ciclo per pianoforte a quattro mani Dalla foresta Boema, con Mstislav Rostropovich al violoncello e Vladimir Yampolsky al pianoforte.