26/08 - 18.40
Si concentra sul rapporto tra Oistrakh e Richter l’ottava puntata del ciclo che Alberto Cantù dedicava al violinista David Oistrakh nel 2009. Tra i due musicisti, aldilà di una collaborazione compresa tra il 1967 e il 1972, c’è stata una lunga amicizia. La stima che li ha uniti ha fatto dire a Sviatoslav Richter che il suono di Oistrakh era di “una bellezza quasi inimmaginabile e di una forza priva di qualsivoglia tensione”. Fino al 30 agosto vi riproponiamo questo ciclo per rendere omaggio a uno dei più grandi solisti del secolo scorso. Ma anche per ricordarne il curatore, scomparso a gennaio. Cantù è stato, infatti, uno dei più accreditati specialisti della letteratura per violino e di storia dell’interpretazione violinistica. I suoi studi su Locatelli e Paganini restano contributi fondamentali. Lo ringraziamo facendo rivivere la sua viva voce e la sua arguzia nelle dodici puntate dedicate al musicista russo realizzate appositamente per Rete Toscana Classica.