Gloria Campaner suona Robert Schumann: concludiamola giornata con la giovane pianista veneta alle prese con il Concerto in la minore per pianoforte e orchestra, op. 54 eseguito dall’Orchestra Filarmonica della Fenice diretta da John Axelrod e con le Kinderszenen, op. 15.

Scritto tra il 1841 e il 1845, il Concerto in la minore per pianoforte e orchestra, op. 54, è “qualcosa a metà tra sinfonia, concerto e grande sonata” come scrive il compositore a Clara Wieck. Sarà lei, che Schumann aveva sposato nel 1840, a eseguirlo per la prima volta nel 1846 sotto la direzione d’orchestra di Mendelssohn. Nel 1841 il compositore aveva scritto l’Allegro per pianoforte e orchestra con il titolo di Fantasia, che sarebbe diventato il primo tempo dell’op. 54. Nel 1845, proprio su consiglio di Clara, aggiunse l’Intermezzo e il Finale. Nel confrontarsi con la tradizione, Schumann la trascende allontanandosi dalla concezione classica senza niente concedere al virtuosismo di maniera.

Delle Kinderszenen, op. 15, scritte nel 1838, Schumann così scrive a Clara Wieck: “Ho scoperto che niente eccita la fantasia quanto l’attendere o sperare ardentemente qualcosa, e questo è ciò che mi è accaduto nei giorni scorsi. Ho tanto atteso la tua lettera, che ho riempito volumi interi di cose sorprendenti! … Sarà forse un’eco di quel che mi dicesti un giorno, ‘qualche volta mi fai l’effetto di un bambino’? Comunque mi pare che questa frase mi abbia fatto spuntare le ali: ho scritto di gran lena una trentina di piccoli pezzi, raccogliendone una dozzina sotto il titolo Kinderszenen. Farai tanto d’occhi quando li leggerai, anche se, da virtuoso della tastiera, non li troverai troppo interessanti. Hanno titoli come Presso al camino, Storiella curiosa, A mosca cieca e via dicendo; comunque si spiegano da sé, e sono assai facili”.