16/10 - 23.01
In tarda serata vi proponiamo il Trio per corno, violino e pianoforte in mi bemolle maggiore op. 40 di Johannes Brahms. A eseguirlo sono tre solisti d’eccezione: Barry Tuckwell al corno, Itzhak Perlman al violino e Vladimir Ashkenazy al pianoforte.
Composto nell’estate del 1865, questo Trio occupa un posto singolare nell’opera cameristica di Brahms. La scelta inusuale dell’organico rompe con la tradizione viennese e rivela una dimensione intimamente personale: Brahms, infatti, aveva suonato il corno naturale fin da giovane, e il timbro caldo e velato dello strumento evoca, nel contesto dell’opera, un tono elegiaco e pastorale che si intreccia a un dolore trattenuto.
L’opera, strutturata in quattro movimenti, si apre con un Andante di ampio respiro, lontano dal modello sonatistico tradizionale: un inizio meditativo che sembra emergere dal silenzio, più vicino a un canto interiore che a un’esposizione tematica. Segue uno Scherzo energico e slanciato, in cui l’impeto ritmico del pianoforte si confronta con la brillantezza del violino e con le risonanze profonde del corno. Il Adagio mesto, cuore espressivo del Trio, è una pagina di struggente lirismo, letta spesso come un omaggio alla madre scomparsa; mentre il Finale (Allegro con brio), in forma di rondò, ristabilisce una luminosa vitalità, in un ritorno simbolico alla tonalità di mi bemolle maggiore — tonalità associata, non a caso, a un sentimento di calda umanità e riconciliazione.
L’uso del corno naturale, con le sue intonazioni aperte e “imperfette”, richiama un mondo arcaico e pastorale, mentre la complessa architettura tematica rivela la piena maturità brahmsiana. Opera di intimità e di libertà formale, il Trio si colloca come una meditazione poetica sulla natura, sul ricordo e sulla transitorietà, lontana da ogni retorica virtuosistica e pervasa da un profondo senso di umanità.