La notte per Schönberg e Dutilleux

09/01 - 21.14

Stasera indaghiamo insieme cos’è stata la notte per Arnold Schönberg e per Henri Dutilleux attraverso due loro pagine cameristiche.

In apertura troviamo il Pierrot Lunaire op. 21, tre volte sette liriche di Albert Giraud per voce recitante, pianoforte, flauto, clarinetto, violino, violoncello. Schönberg scrisse questo melologo nel 1912 a Berlino su richiesta dell’attrice Albertine Zehme. Alla voce recitante è richiesto un canto parlato (Sprechstimme) accompagnato da una scrittura strumentale dominata da timbri isolati piuttosto che integrati. Il recupero delle forme contrappuntistiche e dello stile concertante evoca il terzo stile beethoveniano conducendolo a nuovi sviluppi sotto il segno di un timbro “ironico-satirico senza sottolineature”, come annotava lo stesso Schönberg. Ascoltiamo Pierrot Lunaire nell’interpretazione di Sonia Bergamasco (voce recitante), Pietro De Maria (pianoforte) e il Contempoartensemble diretto da Mauro Ceccanti.

Dutilleux scrive tra il 1973 e il 1976 Ainsi la nuit, Quartetto per archi commissionato dalla Fondazione Koussevistky. Questo polittico nasce come equivalente sonoro della “memoria involontaria” teorizzata da Marcel Proust nella Recherche. Articolata in sette movimenti dai titoli evocativi – I Nocturne – II Miroir d’espace – III Litanies – IV Litanies 2 – V Constellations – VI Notturne 2 – VII Temps suspendu – l’opera è scandita da “piccole cellule”, come le definisce il compositore, in costante evoluzione secondo una crescita progressiva. Ascoltiamo Ainsi la nuit nell’esecuzione del Quartetto Belcea. 

 

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