12/07 - 20.30
Dedichiamo la nostra prima serata a un concerto tenuto a Salisburgo da Leonard Bernstein alla testa della New York Philharmonic.
In apertura ascoltiamo la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 che Dimitri Šostakovič sottotitola “Risposta pratica di un compositore a una giusta critica”. La compone fra il 18 aprile e il 20 luglio 1937 come atto d’ammenda. Acclamata dalla critica sovietica come “la sinfonia del socialismo”, la Quinta è così ricordata da Šostakovič nella Testimonianza raccolta da Solomon Volkov: “Ritengo sia chiaro a tutti quel che accade nella Quinta. Il giubilo è forzato, è frutto di costrizione, esattamente come nel Boris Godunov. È come se qualcuno ti picchiasse con un bastone e intanto ti ripetesse: “Il tuo dovere è di giubilare, il tuo dovere è di giubilare”, e tu ti rialzi con le ossa rotte, tremante, e riprendi a marciare bofonchiando: “Il nostro dovere è di giubilare, il nostro dovere è di giubilare”. Si può dunque definirla un’apoteosi, quella della Quinta? Bisogna essere completamente sordi per crederlo”.
A seguire la Sinfonia n. 2 per pianoforte e orchestra “The Age of Anxiety” di Leonard Bernstein con Seymour Lipkin al pianoforte. Bernstein scrisse questa Sinfonia tra il 1948 e il 1949, per poi rivederla nel 1965. Il titolo deriva dall’omonima poesia di W.H. Auden, che non apprezzò la traduzione del suo poema in musica. Dedicato a Serge Koussevitzky, il lavoro fu presentato in anteprima l’8 aprile 1949, con Koussevitzky sul podio della Boston Symphony Orchestra e il compositore al pianoforte. Nel 1950 Jerome Robbins coreografò un balletto basato su questa sinfonia per il New York City Ballet.