Gershwin: Porgy and Bess e il Song-Book del 1932

Il compositore americano George Gershwin (1898-1937) ha sempre goduto di grande notorietà presso il pubblico, dagli anni in cui ancor giovanissimo produsse le prime canzoni presto entrate a far parte degli spettacoli di Broadway, e dal debutto dei suoi lavori in sala da concerto (Rhapsody in Blue esordì a New York, con Gershwin al pianoforte, nel febbraio del 1924). Tuttavia la fruizione della sua musica, soprattutto successivamente alla sua morte, è sempre avvenuta per fasce separate: classico o leggero, o jazz, opera o commedia musicale, canzoni. Gershwin praticò generi musicali tradizionalmente ritenuti divisi, persino in contrapposizione tra di loro. L’interpretazione e la programmazione della sua musica sono state pesantemente influenzate dalla spaccatura del giudizio critico all’origine del fraintendimento.

Porgy and Bess, l’opera gershwiniana a soggetto afroamericano, andò in scena in prima esecuzione a New York, Alvin Theater, il 10 ottobre 1935. A quale genere Porgy and Bess appartenga e quale stile interpretativo sia necessario adottare nell’affrontarla, sono quesiti che hanno da allora diviso la critica, il pubblico, gli esecutori, gli organizzatori musicali, la vita teatrale. Porgy and Bess, dall’autore definita “folk-opera”, accoglie infatti in sé l’eredità operistica della tradizione, cui guarda con grande rispetto nel desiderio di porsi entro la sua sfera d’influenza e nella sua linea di continuità; ma con altrettanta naturalezza, forza e originalità si apre ad apporti provenienti da linguaggi specificamente americani e dal teatro d’intrattenimento, sempre drammaturgicamente motivati.

Le trasmissioni su Gershwin e Porgy and Bess da me curate per Rete Toscana Classica situano il compositore nel contesto delle tendenze musicali della sua epoca, attraverso l’ascolto di registrazioni storiche dello stesso Gershwin e dei suoi contemporanei. Tra i contenuti principali del programma, vengono presentati documenti sonori degli anni 1919-1937, grazie ai quali possiamo conoscere George Gershwin come pianista, direttore d’orchestra dal pianoforte e dal podio, interprete delle sue composizioni e – ulteriore aspetto di estremo interesse – improvvisatore sulle sue stesse melodie. 

L’esplorazione del pianismo gershwiniano ci conduce alla conoscenza del Song-Book del 1932, un’opera scaturita dal “laboratorio” strumentale del compositore: la raccolta comprende diciotto sue canzoni di successo scritte tra il 1919 e il 1931, pubblicate nella versione per canto e pianoforte, cui segue un arrangiamento virtuosistico per pianoforte solo, risultato dell’incessante frequentazione creativa delle sue canzoni che Gershwin praticava al pianoforte. La versione pianistica stampata dei Songs è in realtà una sintesi, o una selezione, della grande quantità di idee fiorite dalle memorabili melodie. Altre fonti (rulli di pianola e registrazioni d’archivio) testimoniano infatti dell’esistenza di tanta altra musica a tutti gli effetti “composta”, seppure non scritta.

Le trasmissioni sono illuminate da letture di scritti dello stesso Gershwin, nella versione italiana di Aloma Bardi, consegnate alla voce recitante di Ivano Bini. Gli articoli presentati, avvincenti e di forte impatto all’epoca della loro pubblicazione, non sono stati mai più riscoperti e studiati negli Stati Uniti. Ciascuno di tali scritti costituisce un caso significativo di consapevolezza d’autore.

Quasi vent’anni sono trascorsi da quando Rete Toscana Classica mi propose di curare questo ciclo di trasmissioni dedicate a Gershwin. Porgy and Bess, che le trasmissioni del 2005 onorarono nel settantesimo anniversario dal debutto a Broadway, resta ancor oggi sorprendentemente inedita. Per studiare la versione originale integrale orchestrata da Gershwin, dobbiamo infatti ancora recarci a Washington e immergerci negli stupefacenti manoscritti gershwiniani della Library of Congress Music Division. Alla prospettiva di una comprensione organica e storicamente informata di Gershwin e della sua produzione, ICAMus ha continuato a dedicare nel corso degli anni numerosi progetti musicali, musicologici, didattici e divulgativi. La costituzione del Centro di Documentazione sulla Musica Americana, inaugurato il 18 maggio 2024 presso il Palazzo della Musica di Prato, ha infine messo a disposizione del pubblico un’ampia collezione di materiali sul compositore: partiture, opere biografiche, musicologiche e critiche, e incisioni discografiche. Esprimo dunque l’auspicio che riproporre questi programmi radiofonici di approfondimento specialistico ispiri all’ascolto e alla conoscenza del sempre nuovo, emozionante George Gershwin.

Aloma Bardi

Foto: Carl Van Vechten (1880-1964), Ritratti fotografici di George Gershwin, 28 marzo 1937; The Library of Congress, Carl Van Vechten Photographs Collection.

a cura di Aloma Bardi,

in streaming

Puntate

Memorabili pagine gershwiniane, come la canzone The Man I Love, vengono presentate in interpretazioni d’epoca affiancate a rivisitazioni di anni più recenti. Tra i documenti sonori degli anni Venti ascoltiamo ad esempio lo stesso Gershwin al pianoforte (1926): nella canzone My One and Only, il compositore accompagna Fred Astaire che canta e danza, con il suono di percussioni dell’inconfondibile tip-tap. Un altro ascolto significativo è quello di Gershwin solista in An American in Paris (1929).

Qui le informazioni su questa puntata contenute nell’archivio ICAMus.


In una selezione di documenti sonori, ascoltiamo Gershwin al pianoforte in Rhapsody in Blue (1925 e 1927) e in alcune sue canzoni; e come pianista e direttore d’orchestra dal pianoforte in Second Rhapsody, nella registrazione delle prove del 1931. Attraverso l’ascolto delle improvvisazioni pianistiche di George Gershwin, si può acquisire familiarità con il suo stile. Con letture dall’articolo di Gerswhin, The composer in the Machine Age (Il compositore nell’èra della macchina), 1930.

Qui le informazioni su questa puntata contenute nell’archivio ICAMus.


Viene dedicata grande attenzione ai “maestri” e modelli gershwiniani. Ascoltiamo Gershwin al pianoforte in registrazioni d’epoca – dal Concerto in F in un’incisione del 1928, a suoi songs (1925-1928) nell’arrangiamento pianistico dello stesso compositore – affiancate all’ascolto di pianisti e compositori che hanno influenzato Gershwin o hanno contribuito a modellare una cultura pianistica importante per la comprensione del suo stile: Mike Bernard, Zez Confrey, il duo pianistico Victor Arden e Phil Ohman.

Qui le informazioni su questa puntata contenute nell’archivio ICAMus.


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