Gli ultimi tre concerti di Mozart vedono la luce proprio quando il suo successo come pianista a Vienna volge a un rapido declino. Da un lato le straordinarie innovazioni nella forma e nello stesso linguaggio musicale disorientavano il pubblico, dall’altro il genio teatrale di Mozart è adesso assorbito dal teatro “vero”, con l’avvio della trilogia di opere su testo di Da Ponte. Nel dicembre 1786 vede ancora la luce il Concerto n.25, K.503, ma negli ultimi cinque anni di vita del musicista nascono solo altri due concerti per pianoforte: il n.26 K.537, nel quale alcuni studiosi vedono già in nuce l’origine del nuovo modello di concerto dell’epoca Biedermeier, e il malinconico, delicatissimo n.27, K.595.