In questa ottava puntata ci spostiamo in Francia, dove il Romanticismo passa dall’Impero alla Restaurazione, trascolorando dalle sonorità post-rivoluzionarie di Méhul alla febbre rossiniana degli Opèra comique di Grétry. Con la monarchia costituzionale di Luigi Filippo e l’affermarsi del Grand Opéra, l’ouverture entra in crisi. Si rifugia, ancora una volta, nei generi “minori” e diviene il riassunto accattivante dei temi più pregnanti dello spettacolo: diviene l’ouverture “pot-pourri”, spesso (come nel caso di Offenbach) realizzata non dai compositori, ma dai direttori d’orchestra che ne realizzano gli spettacoli. Intanto comincia ad affascinare l’idea di sostituire l’ouverture con un breve preludio significativo: Georges Bizet, Carmen, 1875.