Nella preistoria della parabola del concerto pianistico di Mozart troviamo in primo luogo il nome e l’opera di Johann Christian Bach, per il quale il giovanissimo musicista austriaco nutre un’amicizia personale e ammirazione per la sua opera. Mozart poco più che bambino si esercita in questa forma partendo da brani di vari autori per tastiera, e poi trasformando tre sonate dell’amico in altrettanti concerti per tastiera e archi: solo dopo questo apprendistato è pronto a partire con il suo primo lavoro originale, il Concerto n.5 in re maggiore, K.175, che sarà un suo cavallo di battaglia a Salisburgo e ancora nei suoi primi anni viennesi.